Svolta nel caso dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, ucciso nel 2018 a colpi di pistola fuori casa un mese dopo essere uscito dal carcere, dove aveva scontato una pena di 11 anni e sei mesi per abusi su una ragazza di 15 anni, che per questa vicenda si suicidò. Dalle indagini è emerso che il papà della vittima di questi abusi è ritenuto il mandante dell’omicidio. Questa l’accusa mossa dal pm Stefania Bianco nei confronti di Lucio Iorillo, che a novembre dovrà comparire davanti al gup Loredana Camerlengo, che ha il compito di valutare il rinvio a giudizio.
Su questa vicenda, come ricordato dal Corriere della Sera, era intervenuta la Cassazione, annullando la sentenza d’appello del marzo 2023 con cui vennero assolti “per non aver commesso il fatto” Giuseppe Massaro e Generoso Nasta, considerati i presunti assassini del pastore. Quella sentenza di secondo grado aveva ribaltato quella di primo grado, il cui processo si era concluso con la condanna dei due imputati all’ergastolo. Massaro è accusato di aver fornito la pistola con cui sarebbe stato ucciso Matarazzo e l’auto guidata da Nasta.
L’APPELLO BIS E UN NUOVO PROCESSO SUL CASO MATARAZZO
Lucio Iorillo si sarebbe creato anche un alibi per allontanare da sé ogni sospetto, infatti la sera dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo avrebbe incontrato diverse persone per non destare sospetti. Ma all’omicidio, avvenuto il 19 luglio 2018 nella contrada Selva, assistette la madre, tra le poche persone che ha fornito una descrizione vaga del veicolo con i due uomini a bordo, da cui erano stati esplosi i colpi di pistola che avevano colpito il figlio al cuore e al torace, circostanza che poi trovò conferma nelle risultanze dell’autopsia che venne effettuata dal medico legale Emilio D’Oro.
In tutti questi anni sono state ascoltate diverse persone dai carabinieri per provare a ricostruire i vari aspetti dell’omicidio, quindi anche i membri della famiglia di Giuseppe Matarazzo, lo stesso Lucio Iorillo e molti vicini di casa della vittima. La fine giudiziaria di questa vicenda appare lontana tra l’appello bis per i due presunti assassini e la richiesta di processo per il padre della 15enne che era stata abusata.