Viva l’Italia, diretto da Roberto Rossellini
Domenica 2 giugno, andrà in onda, nel pomeriggio di Rete 4, alle ore 16,05, il film storico del 1961 dal titolo Viva l’Italia.
La pellicola è diretta dal celebre regista Roberto Rossellini, uno dei più grandi film maker della storia cinematografica italiana, con progetti come Roma città aperta, Paisà (1946) e Germania anno zero (1948).
Le musiche hanno la firma del fratello del regista, Renzo Rossellini, ricordato per essere stato uno dei cofondatori del Sindacato nazionale musicisti, e che collaborò con il fratello in numerosi lungometraggi, come Un pilota ritorna (1941), Roma città aperta (1945) e Germania anno zero (1948).
Il protagonista del film Viva l’Italia è interpretato dall’attore e registra teatrale Renzo Ricci, diventato famoso per avere prestato la voce al Crocifisso in Don Camillo e l’onorevole Peppone, Don Camillo monsignore… ma non troppo e Il compagno don Camillo.
Al suo fianco l’attore e doppiatore Paolo Stoppa, che aveva già lavorato con Rossellini l’anno precedente in Era notte a Roma.
La trama del film Viva l’Italia: la storia dei mille e dell’Unità d’Italia
Viva l’Italia racconta la famosa conquista del Regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi e dei suoi Mille.
Arrivato nel porto di Marsala, il protagonista si trova a dover affrontare gli uomini del generale Landi.
Se da un lato il generale si dimostra un uomo estremamente prudente, dall’altro il maggiore Sforza vorrebbe tentare manovre temerarie e anche un po’ avventate.
Disobbedendo agli ordini ricevuti, quest’ultimo porta i soldati garibaldini presso Calatafimi, venendo miseramente sconfitto; così le forze borboniche si vedono costrette a chiedere l’armistizio.
I soldati garibaldini arrivano quindi in Calabria, dove collezionano una nuova serie di vittorie che fanno vacillare sempre più il potere dei Borboni.
Ma è sul Volturno che Garibaldi segna la sua vittoria più importante, Francesco II ha ormai abbandonato la città di Napoli e ogni possibilità di rivalsa da parte dei combattenti borbonici è ormai perduta.
Mentre gli uomini di Garibaldi già sognano la conquista di Roma e Venezia e l’Unità d’Italia, il generale si dimostra più cauto, e capisce che l’Italia si potrà fare ma solo sotto il comando di Vittorio Emanuele II.
È così che giunto a Teano, Garibaldi consegna nelle mani del re il Regno delle due Sicilie, per poi partire alla volta di Caprera senza ricevere nulla in cambio del suo grande impegno.