Le difformità edilizie rendono impossibile una compravendita immobiliare oltre che comportare delle spese extra da dover sostenere al fine di regolarizzare l’abuso edilizio, col nuovo decreto salva casa 2024 si mira a risolvere i problemi dettati da queste irregolarità e a sbloccare gli stalli sulle vendite degli immobili “non agibili”.
La società consulenziale Nomisma ha accolto positivamente il decreto e lo stesso amministratore delegato Luca Dondi ha confermato l’ipotesi di un probabile aumento delle vendite immobiliari che attualmente soffrono di “lievi irregolarità edilizie”.
Decreto salva casa 2024: gli abusi dal Sud a Nord Italia
Fino alle ultime analisi a carico del Cresme le unità immobiliari irregolari ammontavano a 15 mila su ogni 100 autorizzate, un rapporto insoddisfacente che provoca inevitabilmente un rallentamento sulle vendite delle abitazioni e dei palazzi.
Dal report si evincono anche delle differenze territoriali dove al Sud Italia l’incidenza degli abusi è più alta rispetto al Nord (nel Meridione prevalgono volumetrie extra, non autorizzate ed edifici senza titolo) mentre nel Settentrione gli abusi riguardano maggiormente gli interni delle unità (frazionamenti inclusi).
Il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini ha dichiarato che l’impossibilità di risalire ad una stima (anche approssimativa) sugli abusi edilizi rende ancora più complesse le operazioni da attuare per poter risolvere il problema.
L’unico dato significativo che abbiamo attualmente è quello del ministero delle Infrastrutture che ha riportato un buon 80% di irregolarità su tutto il territorio italiano (da Nord a Sud): resta il dubbio di quanti proprietari di case siano predisposti ad investire somme di denaro per sanare gli abusi edilizi.
I limiti del Decreto
Il limite del decreto Salva Casa 2024 sta nel vincolo del cambio di destinazione d’uso ammesso soltanto “senza opere” e quindi non ammette interventi edilizi come ad esempio alzate, rimozioni o modifiche murarie. Il Ministro vuole allentare i requisiti che limitano l’accesso all’aiuto sanatorio dato che un’altezza minima non rispettata negherebbe la regolarizzazione dell’unità immobiliare.