Giornate infuocate tra gli esponenti di +Europa e il governo: dallo scontro dialettico tra Antonella Soldo e Matteo Salvini al blitz di Alessandro Magi a Shengjin a margine della conferenza stampa della premier Giorgia Meloni con l’omologo albanese Edi Rama. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato contestato da alcuni manifestanti guidati dalla candidata alle Elezioni Europee 2024 Antonella Soldo per Stati Uniti d’Europa, in quota +Europa: hanno fatto irruzione nella Sala Stampa Estera a Roma dove stava parlando il leader della Lega per sensibilizzare all’uso terapeutico della cannabis, tema tornato d’attualità per le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Soldo ha interrotto Salvini, consegnandoli una piantina di cannabis con la sua faccia e provocando: “Censura questo“. La reazione del vicepremier è stata prima ironica, infatti ha scherzato sulla sua preferenza per il basilico, poi però ha ribadito il suo disprezzo per la droga. Dopo uno scambio di battute polemico tra i due, Salvini ha spezzato la piantina.
SALVINI DOPO BLITZ DI SOLDO: “DROGA È MORTE”
“La cannabis te la fumi a casa tua. La droga, a casa mia, è morta“, ha dichiarato Matteo Salvini, per poi ripetere a più riprese che “la droga è morte“, invitando Antonella Soldo a fare l’amore, anziché le canne. Dopo il blitz, il segretario della Lega ha spiegato di aver espresso la sua posizione, ormai nota, contro la legalizzazione delle droghe perché fanno male, ma d’altra parte ha riconosciuto la libertà dell’esponente di Stati Uniti d’Europa di manifestare, “è il bello della democrazia“.
In merito alle parole di Lollobrigida, che aveva dichiarato che se bisogna farsi una canna, allora bisogna farla bene, Salvini ha tagliato corto definendola “merda” ed evidenziando che tutte le droghe sono “la morte di un essere umano“, quindi sulla questione non intende né scherzare né transigere. Dal canto suo, Antonella Soldo ha rimarcato che la questione è anche economica, perché l’emendamento al ddl Sicurezza che vieterebbe la coltivazione e la vendita della cannabis light metterebbe a rischio il lavoro di 15mila persone.