Una porta sempre aperta. È quella del Centro socio-educativo per minori “L’appetito vien studiando”, che a Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, ha sede in un palazzo della diocesi, in via Ginnasio 85. E già il nome del Centro svela la duplice finalità, assicurare un pasto giornaliero completo a 40 bambini e ragazzi provenienti da famiglie svantaggiate e contrastare il rischio di dispersione scolastica, attraverso attività di doposcuola e iniziative laboratoriali, che favoriscono nei ragazzi l’approfondimento d’interessi e passioni.
Si tratta di una risposta concreta nel contrasto alla povertà educativa minorile e alla dispersione scolastica, allo scopo di prevenire la violenza sui minorenni e favorirne l’inclusione sociale.
“Il progetto – racconta don Mario Marino, direttore della Caritas di Cassano allo Ionio – è stato voluto dalla diocesi per questo territorio, che è afflitto da tantissimi problemi sociali, economici e culturali. In sinergia con l’équipe del progetto socio-educativo per minori della Caritas diocesana e grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica italiana, offriamo uno spazio di aggregazione ai tanti giovani che abitano il centro storico della città e che rischiano di finire in situazioni compromesse e malsane. È un cantiere educativo sempre aperto, in continua evoluzione, che cerca di reinventarsi indirizzando la sua attenzione alle necessità e alle varie emergenze che man mano affiorano nei vari contesti di riferimento”.
“La nostra attività – sottolinea Silvia Cirigliano, psicologa del progetto – è destinata a minori a rischio di dispersione scolastica, che provengono da situazioni familiari, sociali ed economiche svantaggiate. Ci troviamo di fronte a bambini con bassa autostima e che manifestano difficoltà emotive e socio-relazionali”.
“Cerchiamo di offrire delle opportunità a tanti minori che senza quest’opera non avrebbero un’alternativa alla strada – aggiunge Angela Marino, referente del progetto – e, nel contempo, accogliamo tutto il loro nucleo familiare, perché la povertà educativa si può contrastare solo occupandosi anche delle famiglie. Tanti bambini hanno avuto un riscatto, continuando a studiare, perché vogliono avere un’alternativa non solo per la propria vita, ma anche per le loro famiglie”.
“Qui al Centro socio-educativo – evidenzia Francesca Lanciano, una delle mamme dei minori accolti – i bambini imparano, giocano, mangiano insieme, passano i pomeriggi tranquilli. E siamo tutti come una famiglia. Perciò, lasciare mio figlio al Centro è come se fosse a casa con me, perché è al sicuro. Ho scelto di portarci Gabriele anche perché a Cassano non c’è più niente. Se non fosse per questo Centro, mio figlio starebbe a casa, perché non ho la possibilità di portarlo ai laboratori, che son troppo costosi. Invece qui i bambini e i ragazzi imparano e sono seguiti, gratuitamente, da adulti competenti, sia nello svolgimento dei compiti scolastici, che nei laboratori di musica, arte, fotografia, palestra, e danza”.
“Realizzando il Centro socio-educativo – conclude don Marino – siamo scesi in campo con il nostro impegno, con determinazione e coraggio per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico. Grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica italiana, al lavoro di 6 educatori, affiancati per i laboratori da 5 istruttori, una quarantina di bambini e ragazzi, dai 6 ai 14 anni, crescono insieme, studiano, in un luogo sicuro e lontano dalle tentazioni della malavita, sempre più diffusa nel cuore della città. I ragazzi vengono così recuperati dalla strada ed estromessi dai pericolosi circuiti che conducono la manovalanza giovanile al servizio della malavita”.
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