Sono ormai iniziate nella maggior parte delle regioni italiane – ad esclusione di Toscana, Trento e Bolzano – le vacanze estive che terranno a casa da scuola per la prossime 12 settimane gli studenti di ogni ordine e grado (fuorché i maturandi che dovranno ancora attendere circa un mese prima della fine degli esami) con le famiglie che sono sempre più in difficoltà per i centri estivi. Questi ultimi, infatti, sono una delle soluzioni più apprezzate e sfruttate, specialmente da tutte quelle famiglie che non possono garantirsi l’appoggio di nonni e parenti di vario genere e che non possono – ovviamente – lasciare soli a casa i figli fino a settembre; ma secondo una recente indagine di Adoc e Eures i centri estivi stanno diventando di anno in anno sempre più costosi, con rincari che nel 2024 sono arrivati al 10% rispetto allo scorso anno.
Prima di entrare nel succo dei rincari, vale la pena citare un’altra indagine condotta – questa volta – da Coldiretti e Ixè che stima come il 54% circa dei genitori si appoggi a varie tipologie di ‘colonie’ per i propri ragazzi; ma è interessante notare come tra il 46% di chi si dice disinteressato ai centri estivi, solo un 28% lo collega alla possibilità di lasciare i pargoli con i nonni, mentre un ulteriore 5% rifiuta conscio delle difficoltà nel trovare posti liberi ed – infine – il restante 13% rinuncia proprio per ragioni economiche.
Quanto costano i centri estivi in Italia: l’indagine di Adoc e Eures
Insomma, mentre poco più di una famiglia su dieci rinuncia ai centri estivi a causa dei costi proibitivi circa il 36% dei genitori interessati – e qui torniamo alle rilevazioni di Adoc e Eures – sono ancora alla ricerca di una soluzione. Il 40% di loro preferirebbe una colonia marittima e mentre il 19% di affida alle soluzioni ‘campagnole’ cresce l’interesse per le cosiddette ‘fattorie didattiche‘ viste con luoghi di aggregazione per tenere i giovani lontani dalle distrazioni dell’era digitale, godendosi la vita in compagnia dei loro coetanei e l’esperienza unica di un centro estivo che è anche una fattoria e – per certi versi – una ‘scuola’.
L’aspetto sicuramente più interessante dell’indagine di Adoc e Eures – condotta tra Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari – è quello relativo ai rincari di prezzo, con una media che nelle cinque città si aggira attorno ai 154,30 euro settimanali (85 nel caso di orario ridotto) che arrivano dunque attorno ai 1.234 euro per l’intero periodo, da maggiorare di circa tre quarti della cifra nel caso si abbiano più figli. Nel Nord i centri estivi costano in media 175 euro a settimana – con Milano prima in classifica con 218 euro, seguita da Bologna a quota 148 – e mentre al Centro difficilmente si superano i 148 (Roma è a quota 137) il Sud si ferma a 118, con Napoli (123) leggermente più su di Bari (100).