Il programma Farwest, di Salvo Sottile, nella puntata del 10 giugno in prima serata su Rai 3 propone un approfondimento sul caso del Mostro di Firenze. Secondo le anticipazioni della trasmissione, si tratta di un servizio che porta all’attenzione del pubblico le ultime piste sul giallo dei gialli, il cold case più famoso della storia italiana che si inserisce tra i casi più sconvolgenti e misteriosi del mondo. Tra queste, quella che rimanda al presunto identikit del serial killer e alle testimonianze su un soggetto sospetto soprannominato “rosso del Mugello“, una pista su cui il format ha annunciato di avere degli audio inediti.
Durante l’appuntamento televisivo, anche l’intervista a una persona che avrebbe raccolto le confidenze di Pietro Pacciani, figura chiave nell’inchiesta sui delitti attribuiti al Mostro, e che sarebbero risalenti ai suoi ultimi anni di vita. Pacciani morì nel 1998 prima di finire nuovamente alla sbarra nel processo d’appello bis in cui sarebbe stato nuovamente imputato dopo l’assoluzione in secondo grado, poi annullata dalla Cassazione, per gli omicidi delle coppiette uccise nelle campagne fiorentine tra il 1974 e il 1985. In primo grado era stato condannato all’ergastolo. Altri due nomi furono centrali nella vicenda giudiziaria scaturita da quei crimini: Mario Vanni e Giancarlo Lotti, i “compagni di merende” che sarebbero stati riconosciuti responsabili di 4 degli 8 duplici delitti. Fu proprio Lotti, reo confesso, a chiamare in correità Pacciani e Vanni indicandoli come complici negli orrori che insanguinarono la provincia toscana gettando un’intera nazione nella psicosi.
Mostro di Firenze, la pista del “rosso del Mugello”: il misterioso uomo visto da alcuni testimoni poco prima dell’omicidio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci
La trasmissione di Salvo Sottile è tornata sulla “pista del rosso del Mugello” partendo da un identikit agli atti dell’inchiesta sul Mostro di Firenze che fu realizzato nel settembre 1985 dopo l’ultimo duplice omicidio, quello della coppia francese uccisa a Scopeti. Si baserebbe sulla testimonianza di una persona che avrebbe riferito di aver visto un soggetto intorno ai 45 anni, con i capelli rossicci, aggirarsi in quella zona nel weekend in cui si sarebbero consumati i delitti.
Caratteristiche che sembrerebbero corrispondere alle testimonianze di altre due persone che nel 1984, poco prima dell’uccisioe di Pia Rontini e Claudio Stefanacci a Vicchio, avrebbero notato un misterioso uomo “rossiccio” seguire i due fidanzati con sguardo cattivo all’interno di un locale e poi partito a bordo della sua auto nella direzione imboccata poco prima dagli stessi che poi sarebbero stati brutalmente assassinati. I testimoni del Mostro di Firenze in questione sono una collega di Pia Rontini, che il giorno del duplice omicidio aveva scambiato il turno con lei, e l’ex gestore del bar di Borgo San Lorenzo dove il misterioso “rosso” sarebbe stato visto in prossimità delle vittime come se le seguisse.
Mostro di Firenze, il racconto dei testimoni: “Quell’uomo non somigliava né a Pacciani né ai compagni di merende”
Nonostante processi e condanne, il caso del Mostro di Firenze resta in gran parte un enigma insoluto. Quella che è stata consegnata alla storia, secondo alcune tesi che gravitano intorno all’argomento “mostrologia”, non sarebbe neppure un briciolo di e Pietro Pacciani e i “compagni di merende” non sarebbero i responsabili dei duplici delitti. Secondo quanto descritto dai due testimoni intervistati da Farwest nello speciale televisivo, l’uomo “rossiccio” avvistato vicino alle vittime nel 1984 non sarebbe per nulla somigliante ai tre protagonisti principali della vicenda giudiziaria.
Uno dei testimoni del Mostro di Firenze è Baldo Bardazzi, che racconta di aver visto quell’uomo seguire Pia Rontini e Claudio Stefanacci e guardarli “in cagnesco” prima di lasciare il bar subito dopo di loro. “Non era assolutamente Pacciani e non era nessuno dei compagni di merende“. A questo racconto si somma quello di Manuela Bazzi, che all’epoca del delitto lavorava con Pia Rontini in un bar. La donna ha dichiarato che un uomo “rossiccio” le infastidiva, e davanti all’identikit ha detto di ritenerlo molto somigliante. “Scocciava un po’ tutte, non somiglia per niente né a Vanni né a Pacciani, loro non li ho mai visti. Quest’uomo che ci infastidiva era alto, robusto, rossiccio in faccia e stempiato“.