IL FONDATORE DELLA LEGA RISCHIA L’ESPULSIONE: COSA HA FATTO UMBERTO BOSSI ALLE EUROPEE 2024
E se il fondatore della Lega Umberto Bossi venisse espulso dal suo stesso partito? «Bossi voterà Reguzzoni perché la Lega è stata tradita»: con questa breve ma significativa dichiarazione, l’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi ha fatto sapere a ridosso delle Elezioni Europee 2024 che il fondatore e storico “senatur” della Lega Nord non avrebbe votato per il proprio partito, scegliendo un candidato indipendente nelle liste di Forza Italia per la circoscrizione Nord-Ovest.
Ora, sebbene lo scontro a distanza fra l’attuale e la vecchia leadership della Lega non nasca affatto oggi, l’uscita “fuori tempo” del senatore a vita fondatore della Lega rischia di costargli caro. A poche ore infatti dal voto su Bruxelles, l’attuale responsabile di Comitato Nord – il movimento nato nel dicembre 2022 per volontà dello stesso Bossi in aperta polemica con la leadership di Matteo Salvini (regolarmente eletta e riconfermata dal Consiglio Federale della Lega) – ha fatto sapere che Bossi non avrebbe apprezzato l’attuale direzione del partito, in particolar modo la candidatura del generale Vannacci: al netto della poca influenza in termini di risultati finali (il militare da indipendente per la Lega ha raccolto circa mezzo milione di preferenze, più di quelle eventualmente perse da qualche nostalgico del Carroccio) e con la sfida tra Forza Italia e Lega rimasta di fatto tale con pochissima distanza tra le due liste di Centrodestra, fa specie un’uscita del genere così apertamente critica nei confronti del proprio partito.
IL REGOLAMENTO DELLA LEGA E PERCHÈ SALVINI PUÒ ESPELLERE BOSSI DALLA (SUA) LEGA
Per tutti questi motivi, Umberto Bossi rischia ora una dura reprimenda che potrebbe anche arrivare fino all’espulsione dalla Lega stessa: «Ha messo in imbarazzo Salvini, ora per statuto dovrebbe essere automaticamente espulso e questo è un problema», così all’Adnkronos spiega Roberto Castelli, un altro storico ex componente della Lega prima dell’avvento di Salvini. Non è rimasto però indolore l’uscita di Bossi, tanto che il vicepremier in conferenza stampa post-Europee 2024 stamane ha ribadito come la Lega continui a crescere «nonostante il suo fondatore annunci che voti per un altro partito».
È stato chiesto a Salvini cosa avrebbe inteso fare nei confronti di Bossi e delle sue critiche, con il Ministro che ha ribadito tutto l’affetto e la vicinanza a Umberto Bossi come persona e politico, «Non voglio male a nessuno, gli ho dedicato il libro, sicuramente dovrò ascoltare i militanti. E’ chiaro ed evidente che se qualcuno dice che vota per un altro partito manchi di rispetto non solo al segretario in carico ma all’intera comunità». Salvini ha poi spiegato come, al di là di Bossi o non Bossi, a lui non piacciano «traditori e nemmeno i fuggiaschi». Parole insomma molto nette e che potrebbero portare ora all’espulsione: come riporta il regolamento della Lega infatti provvedimenti disciplinari sarebbero obbligatori da statuto, specie per l’articolo 29 che ricorda come «la militanza è incompatibile con l’iscrizione o l’adesione a qualsiasi altro partito o movimento politico, associazione segreta, occulta o massonica, a liste civiche non autorizzati dall’organo competente, o a enti no profit ricompresi tra quelli preclusi dalla Lega per Salvini premier». Un “perdono” politico o una lotta a colpi di regolamento, queste al momento le uniche due opzioni in mano a Via Bellerio per provare a “risolvere” il caso Bossi a poche ore dallo spoglio finale delle Elezioni Europee 2024.