La lunga battaglia di Gianluca Vialli contro la malattia ha commosso milioni di sportivi e appassionati di calcio, unendo tifosi di fedi differenti in una sorta di lutto nazionale, quando è venuto a mancare. Purtroppo il tumore al pancreas non ha lasciato scampo all’ex attaccante, non a caso molti medici lo chiamano questo male “il bastardo”, perché resta a lungo silente e quando emergono i sintomi rischia di essere troppo tardi.
Gianluca Vialli dal canto suo ha cercato di vivere la sua vita fino all’ultimo dei suoi giorni, anche se quando le sue condizioni cliniche si sono aggravate la situazione è diventata insostenibile, come ricorda il fratello Nino in una toccante intervista al Corriere della Sera: “Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo”.
Com’è Morto Gianluca Vialli? Le Ultime Settimane Strazianti Al Royal Marsden Hospital
Gianluca Vialli è morto a Londra all’età di cinquantotto anni per via della malattia, dopo essere stato ricoverato per diverse settimane al Royal Marsden Hospital. Nella sua carriera di calciatore, Gianluca Vialli ha indossato le maglie di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. Poi, nell’ultima fase della sua vita, ha vissuto le emozioni della nazionale azzurra al fianco del suo compagno storico di attacco alla Sampdoria, l’amico Roberto Mancini.
Una chiamata irrinunciabile, perché “gli faceva bene stare in giro”, ricorda ancora il fratello Nino. “Lui non voleva fare l’allenatore per non rubare tempo alla famiglia. Era un ruolo che gli si addiceva e poi gli impegni con la Nazionale sono diradati nel tempo. Mancini? Si poneva il problema di non scavalcarlo, ma lui non si faceva problema a chiedergli consigli”.