Gli insegnanti lo sanno: quel che seminano oggi, verrà raccolto domani da qualcun altro, quando loro saranno vecchi o non ci saranno più. Piantano alberi di cui non vedranno l’ombra: in un’epoca di trionfo del “tutto-e-subito”, il loro orizzonte non conosce confini. Salvo eccezioni, naturalmente, come quella di Roma. Protagonisti pochi giorni fa un poliziotto 29enne e la sua professoressa di diritto a Ragioneria, una dozzina di anni prima.
Talmente importanti uno per l’altra che l’allievo di un tempo, accorso per sventare un tentativo di suicidio, ha riconosciuto l’insegnante dalla voce prima ancora che dal viso, mentre l’opposto è accaduto per la docente, che ha desistito dal suo proposito solo dopo aver riconosciuto il suo ex-allievo dallo spioncino della porta. Che ha subito aperto.
Come dire che, al di là di certi sentimentalismi subito messi in moto sui giornali e sui social, la professoressa ha oggi un motivo in più per restare attaccata alla vita: il pensiero che le sue lezioni di diritto, forse impartite dentro un’aula grigia come purtroppo sono spesso quelle di tante anonime scuole superiori, sono servite a far crescere diritto – appunto – un suo studente, oggi diventato uomo con la testa sulle spalle, un servitore dello Stato che nonostante lo scorrere degli anni non s’è dimenticato della sua insegnante.
“Prof, sono Alessandro, non mi riconosce? Guardi dallo spioncino!”, le ha detto per cercare subito di rassicurarla. Come dire: “Sono sempre io, di me si può fidare!”. Ricevendo come risposta: “Alessandro, come ti sei fatto grande!”. Già, per chi insegna col cuore, i propri alunni sono come figli: rimangono bambini anche quando non lo sono più da un pezzo. E se un bambino gli chiede di aprire la porta, di deporre le armi, di fermarsi prima che sia troppo tardi, sanno che si possono fidare perché chi glielo chiede non è l’uomo di oggi, ma il bambino di ieri. E così le parti si sono invertite: chi sedeva al di là della cattedra s’è accomodato dietro ad un banco e viceversa.
Forse De Amicis ci avrebbe scritto una pagina di diario per il suo libro Cuore, ma qui la realtà supera la fantasia: Alessandro, agente scelto dalla memoria limpida e dal cuore tenero, ha dato indietro alla sua prof ciò che in umanità, prima che nel contenuto delle leggi, lei le aveva insegnato. Legati uno all’altra, ne siamo certi, per sempre. Se in-segnare significa lasciare un segno, il fatto di Roma ne è l’esempio positivo più eloquente.
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