DA OGGI IL SOFTWARE PER IL CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE (MA SOLO PER GLI ISA)
È attivo il software per il concordato fiscale: da oggi chi è titolare di una partita Iva può collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate (a patto che sia soggetto agli indici di affidabilità fiscale, Isa), per scoprire quanto deve pagare per regolarizzare la sua posizione. La platea di chi può aderire al concordato preventivo biennale è ampia: per 1,2 milioni di lavoratori autonomi con almeno 8 di voto nella pagella fiscale non conviene aderire a questo strumento, mentre per 1,5 milioni lo è, perché si trova nella zona grigia e così può cominciare il suo percorso per l’affidabilità.
Le modalità previste sono semplici: bisogna scaricare dal sito delle Entrate il software, che avrà già i dati, perché sono quelli di cui dispone l’Agenzia, e potranno essere integrati con quelli contabili, come numero di dipendenti e sedi dell’azienda. A proposito dei dati, ricordiamo che il Garante della Privacy ha espresso parere favorevole. Quando viene validata la griglia, si ottiene una proposta di concordato, che si può accettare o rifiutare. Se il reddito calcolato dal sistema risulta conveniente, allora si ha tempo fino al 31 ottobre per inoltrare la domanda al Fisco.
Che cos’è il concordato preventivo biennale?
L’Agenzia delle Entrate lo ha definito uno strumento di “compliance” che ha l’obiettivo di favorire l’adempimento dei contribuenti agli obblighi di dichiarazione dei redditi. Dal punto di vista pratico, consiste in una proposta che contiene un reddito presunto in base al quale versare le relative imposte. Dunque, è una scommessa, perché quanto dovuto non cambia in base al reddito effettivo concordato.
Da quando è operativo il concordato preventivo biennale?
La procedura di adesione è operativa dal 15 giugno 2024 per chi ha partita Iva che applica Isa, invece per i forfettari dovrebbe partire il 15 luglio, in base alle modifiche che sta valutando il Ministero dell’Economia, ma comunque in via sperimentale e solo per quest’anno.
Quali sono i requisiti per aderire al concordato preventivo biennale e quali sono le cause di esclusione?
In primis, non bisogna avere debiti tributari di almeno 5mila euro, sanzioni e interessi compresi. Sono esclusi coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi in almeno uno dei tre periodi di imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato, chi è ha ricevuto una condanna per reati tributari (decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74), false comunicazioni sociali (art. 2621 del codice civile), riciclaggio (648-bis del codice penale), impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (648-ter), autoriciclaggio (648-ter 1), se commessi negli ultimi tre periodi di imposta precedenti a quelli in cui viene applicato il concordato. Ciò vale anche per la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti. Per quanto riguarda i forfettari, l’invio dell’attività nel periodo d’imposta precedente.
Come funziona il software per il concordato preventivo biennale?
Il 15 giugno è stato arrivato il programma “Il tuo ISA 2024” con cui si può mandare il modello in base a cui viene elaborata la proposta. Le partite Iva con regime forfettario, però, devono trasmettere i dati attraverso il quadro LM del modello Redditi, ma in tal caso l’adesione dovrebbe scattare il mese prossimo.
Come funziona il patto fiscale? Quali sono pro e contro?
Il software analizza i dati e calcola in anticipo reddito e imposte, ma bisogna compilare il modello ISA, il quadro CPB, i quelli del modello Redditi relativi ai redditi d’impresa o di lavoro autonomo e, nel caso sia dovuta, all’imposta regionale sulle attività produttive. I benefici riguardano in primis i controlli fiscali (si è esclusi dagli accertamenti), ma si è obbligati a dichiarare il reddito prestabilito, quindi a versare le tasse conseguenti, a prescindere da come va effettivamente l’attività. Tra i benefici l’esonero dal visti di conformità per le compensazioni iva fino a 50mila euro e per quelle Irpef, Ires e Irap fino a 20mila euro.
Quali sono le “penalizzazioni” per chi non aderisce?
L’attenzione del Fisco si concentrerà proprio su chi non aderirà al concordato preventivo biennale tramite i controlli.
C’è una scadenza per la risposta alla proposta di concordato?
C’è tempo fino al 15 ottobre, ma la scadenza potrebbe essere spostata al 31. Nel frattempo, bisogna decidere cosa fare per il primo acconto entro il 31 luglio: si può pagare il primo acconto entro tale scadenza e rinviare la decisione al secondo acconto, così da evitare sanzioni, se poi si aderisce al concordato, allora a novembre l’acconto viene ricalcolato, decurtando quanto già versato.
Quali sono le cause di decadenza del concordato?
Il “patto fiscale” si annulla se non vengono pagate le tasse concordate, quindi le somme dovute vengono iscritte a ruolo automaticamente.