L’Ue deve guardare alla Svezia per diventare più produttiva: a indicarla come modello è Mario Draghi, a cui è stato affidato il compito di stilare un rapporto per tracciare la strada da seguire per il rafforzamento della competitività europea. Dunque, l’ex premier italiano ha indicato i cambiamenti necessari affinché l’Europa possa crescere più velocemente e meglio. A tal proposito, ha evidenziato la grande economia nordica, perché la Svezia da un lato ha un settore tecnologico nettamente superiore alla media europea, dall’altro garantisce un modello sociale forte, dimostrando che si può essere produttivi senza trascurare le fasce più deboli.
“Un modello sociale forte e il progresso tecnologico non solo sono compatibili, ma si rafforzano quando si punta su riqualificazione e competenze“, ha dichiarato l’ex presidente della Banca centrale europea (Bce), che di recente ha ricevuto in Spagna il Premio Carlo V. D’altra parte, si tratta di uno Stato membro dell’Unione europea che però continua a usare la sua valuta nazionale, la corona svedese. Comunque, l’obiettivo di Draghi è di indicare una politica industriale a livello europeo che possa davvero segnare la svolta, visto che la crescita della produttività negli ultimi decenni è stata inferiore a quella Usa, senza però intaccare le politiche di sostegno ai cittadini.
PERCHÉ IL MODELLO SVEZIA CONVINCE DRAGHI
“Il mantenimento di alti livelli di protezione sociale e di ridistribuzione non è negoziabile“, ha aggiunto Mario Draghi, le cui dichiarazioni sono state riportate da Bloomberg. Per il noto economista la lotta all’esclusione sociale è “fondamentale non solo per preservare i valori di equità sociale della nostra Unione, ma anche per far sì che il nostro viaggio verso una società più tecnologica abbia successo“. La scelta della Svezia come modello non è casuale, visto che si tratta di una delle economie più ricche e competitive del mondo con una forte rete di sicurezza per i cittadini più poveri.
Eppure, questo sistema nel 2018 è stato aspramente criticato da Donald Trump, secondo cui “il socialismo abbassa gli standard di vita“. Ora però l’economia svedese sta attraversando una fase complicata, infatti secondo i dati della Commissione Ue, quest’anno crescerà solo dello 0,2%, rispetto all’1% dell’intera Ue, e il tasso di disoccupazione ad aprile era dell’8,4%, il terzo più alto del blocco.
IL RAPPORTO DI DRAGHI ATTESO PER LUGLIO
Per quanto riguarda l’atteso rapporto di Draghi, dovrebbe essere di circa 400 pagine, di cui la metà di analisi economica: la pubblicazione è prevista per la terza settimana di luglio, ma potrebbe essere rinviata in quanto alcune parti fondamentali, come il capitolo sui finanziamenti, sono ancora in fase di sviluppo, stando a quanto rivelato a Bloomberg da una persona a conoscenza della questione, che ha chiesto di restare anonima. La relazione dovrebbe essere focalizzata sulla mobilitazione delle risorse private tramite un’unione dei mercati dei capitali più profonda nel blocco, la Banca europea per gli investimenti e l’ipotesi di un finanziamento dell’Ue.
La questione di un maggior numero di prestiti comuni resta aperta: l’idea è stata sostenuta in passato da Draghi per finanziare in parte la lunga lista di priorità e sfide dell’Ue, come tecnologia pulita e la difesa. Alcuni Stati membri, tra cui quelli del Sud e i Paesi baltici, hanno incrementato le richieste di un debito comune, ma la Commissione è riluttante; ciò comunque non dovrebbe ostacolare Draghi, dato che il suo ruolo di consigliere speciale gli garantisce indipendenza.