Uno studio tedesco sulla transizione di genere ha evidenziato, come riportato da La Verità, che i minori spesso risolvono i loro problemi di disforia senza ricorrere ad un percorso di questo genere. La diagnosi non viene dunque mantenuta in un periodo di riferimento di cinque anni. A svelare quelli che potrebbero essere i motivi sono stati Christian J. Bachmann, Yulia Golub, Jakob Holstiege e Falk Hoffmann, autori della ricerca dal titolo “Disturbi dell’identità di genere tra i giovani in Germania: prevalenza e tendenze, 2013-2022”.
I dati su cui gli esperti si sono focalizzati sono quelli relativi ai pazienti, stratificati per età e stesso, che hanno avuto una diagnosi di disturbo dell’identità di genere. Inoltre, questi ultimi sono stati intrecciati a quelli relativi a disturbi mentali e comportamentali legati allo sviluppo e all’orientamento sessuale. L’aspetto più rilevante di quanto emerso è che “in oltre il 70 per cento dei casi di diagnosi di disforia di genere sono presenti comorbidità psichiatriche (disturbi depressivi, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, instabilità emotiva di tipo borderline, Adhd e Ptsd).
Transizione di genere nei minori: aspettare è la scelta giusta per evitare ripensamenti?
La sensazione degli esperti che hanno condotto lo studio sulla transizione di genere, dunque, è che i problemi psichiatrici possano influire sulla disforia. È per questo motivo che appare poco sicuro il cosiddetto “approccio affermativo”, secondo cui è sufficiente che il minore ritenga di essere nato in un corpo sbagliato per procedere con il percorso di riferimento. Il rischio, d’altronde, è di non potere più tornare indietro, nel caso in cui si cambi idea.
La ricerca ha infatti evidenziato che c’è un alto tasso di desistenza, ciò significa che la risoluzione spontanea della disforia in molti casi avviene semplicemente lasciando passare del tempo: dopo 5 anni dalla diagnosi il 63,6 per cento dei minori che vogliono cambiare genere, non ne sente più l’esigenza. Il tasso di desistenza è superiore al 50 per cento per tutte le fasce di età, ma sale vertiginosamente nel caso degli adolescenti. È per questo motivo che aspettare sembrerebbe essere la scelta migliore.