Che il turismo sia una voce fondamentale nella produzione del valore nazionale, specie in una fase stagnante di altri settori, come la manifattura, è ormai ben noto. La Banca d’Italia ha appena realizzato anche un’indagine sul turismo internazionale, propedeutica alla compilazione della bilancia dei pagamenti, concludendo che nel 2023 è proseguita la crescita della spesa a prezzi correnti sia dei viaggiatori stranieri in Italia, sia di quelli italiani all’estero.
Il surplus
Il surplus della bilancia turistica dell’Italia, pari a 20,1 miliardi di euro, è ritornato all’1,0% in rapporto al Pil (come nel 2019, il valore più alto dal 2001), confermandosi al di sopra della media dell’area dell’euro. Il saldo in percentuale del Pil è aumentato in tutti i Paesi dell’area tradizionalmente caratterizzati da un avanzo della bilancia turistica, ad eccezione della Croazia e della Slovenia. Tra i principali Paesi dell’area, il Portogallo, la Grecia e la Spagna hanno registrato i miglioramenti più consistenti nel 2023. Secondo i dati provvisori sul turismo internazionale di fonte UN Tourism3, nel 2023 l’Italia è tornata a essere il quinto Paese al mondo per entrate turistiche, con una quota del 3,7% sul totale (preceduto da Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Francia); nel 2022 era sesta dopo gli Emirati Arabi Uniti.
La spesa
Nel 2023 la spesa nominale complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia, che già lo scorso anno era tornata sui livelli del 2019, è ulteriormente aumentata (del 16,8%), raggiungendo i 51,7 miliardi. Vi ha contribuito soprattutto l’incremento del numero dei viaggiatori, che tuttavia sono ancora inferiori rispetto al 2019 (di circa l’11%). Per i viaggiatori pernottanti è aumentata anche la spesa media per notte, più che compensando la lieve riduzione della durata media del viaggio (6,8 giorni, da 7,1 nel 2022; era 6,2 giorni nel 2019). In termini reali, la spesa complessiva è aumentata del 10,5%. La spesa dei viaggiatori provenienti dai Paesi esterni all’Ue è cresciuta del 35%, tornando ai livelli del 2019; quella dei viaggiatori provenienti dall’Ue, che aveva già recuperato nel 2022 il calo del periodo pandemico, è aumentata del 5%. In virtù di tali dinamiche, l’incidenza delle entrate riferibile ai turisti dell’area dell’euro si è ridotta di circa sei punti percentuali (al 45,1%), per circa la metà ascrivibili ai viaggiatori tedeschi. Sono invece aumentate le quote di spesa riferite ai viaggiatori provenienti dalle regioni extra-Ue più lontane, principalmente America settentrionale e Asia, così come dai Paesi europei non appartenenti all’Ue, su cui il Regno Unito incide per oltre la metà.
Vacanze
L’incremento delle entrate è stato trainato da quelle legate ai viaggi per vacanza (cresciute di oltre il 20% rispetto al 2022). In particolare, le entrate per vacanze culturali e in città d’arte sono cresciute di oltre il 40%, superando nel complesso i livelli del 2019 e confermandosi come la tipologia preferita dai turisti stranieri, mentre quelle per vacanze al mare sono rimaste sostanzialmente stabili e quelle per vacanze in montagna sono diminuite, per effetto di un calo nella primavera-estate 2023 rispetto all’anno precedente. Le entrate per i viaggi legati a motivi di lavoro e affari, che pesano circa un settimo del totale, sono aumentate del 15,2%. Nonostante il recupero delle entrate, il numero dei viaggiatori è ancora inferiore a quello osservato nel 2019 per tutti i motivi di viaggio, tranne che per visita a parenti e amici. È rimasta pressoché invariata la ripartizione del numero dei pernottamenti nelle varie tipologie di alloggio: in albergo e in villaggio turistico per circa un terzo del totale, in casa in affitto per circa un quarto e ospite di parenti e amici per circa un quinto. Le spese per alloggio hanno rappresentato il 44% del totale, seguite da quelle per la ristorazione (22%) e per lo shopping (16%).
Le regioni
L’incidenza delle regioni dell’Italia centrale sulle entrate complessive è aumentata di tre punti percentuali, al 26%, di riflesso alla crescita della spesa per vacanze in città d’arte; anche la quota delle regioni meridionali e delle isole è aumentata, seppur lievemente. È rimasta prossima al 50% la quota dei viaggiatori che sono arrivati nel nostro Paese utilizzando mezzi su strada, come l’automobile, a fronte di una quota leggermente inferiore (47%) di quelli che hanno utilizzato l’aereo. In termini di spesa, le entrate riferite a questi ultimi hanno superato i due terzi del totale (era 44,6% nel 2019), favorite anche dalla ripresa dei flussi dai Paesi extra-Ue.
Italiani all’estero
Circa un terzo dell’incremento della spesa all’estero è ascrivibile ai Paesi asiatici (in particolare al Giappone), dove sia la spesa, sia il numero dei viaggiatori italiani sono quasi raddoppiati, recuperando il ritardo nella ripresa dopo la pandemia. È pertanto aumentato il peso delle mete extra-Ue sul totale della spesa dei viaggiatori italiani all’estero (di 5 punti percentuali rispetto al 2022). L’incidenza dell’area dell’euro è scesa al 40,3%, di cui un quarto è ascrivibile alla Spagna.
È cresciuta ancora la quota della spesa dei viaggiatori in aereo. Nel 2023 la spesa dei viaggiatori italiani all’estero è aumentata del 21,3% rispetto all’anno precedente, a 31,6 miliardi; anche in termini reali l’incremento è stato marcato (16,1%). Nonostante sia aumentato rispetto allo scorso anno, il numero di viaggiatori italiani all’estero rimane ancora largamente al di sotto dei livelli precedenti la pandemia (58,0 contro 66,7 milioni nel 2019). La durata media del soggiorno all’estero si è ridotta a 8,8 notti, ma resta superiore a quella osservata nel 2019 (8,4 notti).
Sono aumentate sia la spesa in viaggi per motivi di lavoro e affari sia quella per motivi personali, in particolare per vacanza, che è quasi raddoppiata arrivando a rappresentare il 42,3% della spesa complessiva. Il numero dei vacanzieri italiani all’estero è stato pari a 16,2 milioni (due in meno che nel 2019), con una maggiore preferenza per le visite culturali e in città d’arte rispetto all’anno precedente. I pernottamenti in albergo o nei villaggi turistici sono aumentati di quasi il 40%, arrivando a rappresentare il 38,1% del totale. All’alloggio è destinata oltre la metà della spesa complessiva sostenuta dai viaggiatori all’estero. È diminuito il numero di viaggiatori che hanno utilizzato un mezzo di trasporto stradale per raggiungere la propria destinazione, mentre è aumentato l’utilizzo dell’aereo, il cui peso è cresciuto anche in termini di spesa, raggiungendo l’86%.
Prenotazioni e digitale
Aumentano le prenotazioni on-line sia in entrata, sia in uscita. Gli strumenti digitali per la consultazione e la prenotazione di pacchetti e servizi turistici si sono fortemente diffusi negli ultimi anni tra i viaggiatori italiani, che però ne fanno un uso più contenuto rispetto ai viaggiatori stranieri che vengono in Italia. Dal 2016 il questionario dell’indagine sul turismo internazionale dell’Italia include domande specifiche sull’utilizzo di strumenti digitali per prenotare o acquistare servizi turistici, come i pacchetti di viaggio o l’alloggio. Tra il 2016 e il 2023 l’incidenza della spesa per i pacchetti acquistati o prenotati online è aumentata dal 14% al 36% per i viaggiatori italiani all’estero e dal 18% al 37% per quelli esteri in Italia. È cresciuta anche la quota di spesa per la prenotazione online di alloggi non inclusi in pacchetti: per i viaggiatori italiani dal 43 al 69% e per quelli esteri dal 66 all’88. Malgrado la crescita sostenuta, per la prenotazione dei soli alloggi l’uso degli strumenti digitali resta quindi ancora inferiore per i viaggiatori italiani rispetto a quelli stranieri. Benché la ridotta profondità delle serie storiche non consenta analisi robuste, i dati mostrano che il ricorso alle prenotazioni online è significativamente cresciuto negli anni successivi alla pandemia, probabilmente anche a causa dell’impatto che quest’ultima ha avuto sulla propensione dei viaggiatori all’utilizzo di strumenti digitali. Secondo l’indagine, la prenotazione online dell’alloggio avviene principalmente utilizzando portali dedicati o ricorrendo ai servizi di agenzie di viaggi e tour operator online (67 e 71% della spesa nel 2023, rispettivamente per residenti e non residenti); nei restanti casi, la prenotazione è effettuata direttamente presso la struttura ricettiva, principalmente tramite il suo sito internet.
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