Giovanni Cassano rischia fino a 8 anni di reclusione: guai per il fratellastro di Antonio Cassano
La Procura di Bari ha chiesto 8 anni di carcere per Giovanni Cassano, fratellastro del più noto Antonio, ex calciatore. Anche se i due non hanno più rapporti da anni. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, il 52enne è accusato di aver pianificato e messo a segno decine di furti e rapine in appartamenti, di e su auto nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. È considerato il capo di una banda, definita dagli inquirenti un’associazione a delinquere di cui fanno parte anche il figlio Gennaro di 31 anni, Michele Sciacqua e Giuseppe Armenise, entrambi di 48 anni, e Dario Novelli di 39. Per loro i P.M. hanno chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi.
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti la banda utilizzava le chiavi sottratte alle vittime oppure riprodotte grazie alla complicità del titolare di un negozio di ferramenta, a cui venivano fornite le foto delle chiavi da duplicare. Seguivano e pedinavano le vittime per carpirne le abitudini e per non farsi riconoscere si intrufolavano nelle abitazioni con mascherine antiCovid, cappellini, passamontagna e persino delle parrucche da donna. E con questa modalità sono stati realizzati circa una ventina di furti in appartamenti e di auto. In un caso la banda riuscì a rubare 300mila euro da una cassaforte ma, tra gli oggetti più rubati, c’erano anche gioielli e orologi di valore.
Antonio Cassano, il fratellastro Giovanni accusato di furti e rapine: già in passato era stato condannato
Giovanni Cassano, fratellastro dell’ex calciatore Antonio Cassano rischia fino a 8 anni di carcere per furto e rapina. Era stato arrestato a gennaio insieme ad altre sette persone, tre dei quali finite agli arresti domiciliari, con l’accusa di associazione a delinquere. In passato era già stato condannato in via definitiva per ricettazione, furto, rapina, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, evasione. E non è tutto perché il 52enne qualche anno fa è diventato famoso sui social, soprattutto su Tik Tok, con i video in cui si faceva chiamare U Curt per via della sua bassa statura. Secondo le ricostruzione delle indagini l’associazione criminale era “incline all’uso di minacce e violenza alla persona, con l’unico proposito di appropriarsi di ingenti quantitativi di danaro ed oggetti di valore che le vittime custodivano all’interno delle casseforti installate nelle proprie abitazioni, scardinate con l’impiego della fiamma ossidrica”.