La storia della scomparsa di un bambino è solo il pretesto per parlare della New York degli anni ’80. Eric (i 6 episodi sono disponibili su Netflix dal 30 maggio) è una commedia drammatica di grande qualità che fotografa uno dei momenti peggiori della storia della grande città americana. In quegli anni la “grande mela” non è ancora la meta turistica privilegiata di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo e la piazza di shopping più ambita dagli italiani. È al contrario una delle città più insicure, che è diventa d’improvviso l’epicentro dell’esplosione di una nuova malattia, l’Aids, che sembra un flagello mandato direttamente da Dio e a cui gli uomini non possono trovare rimedio.
La colpa ricade automaticamente su tutto quello che “sporca” la città, e non solo metaforicamente, viste la montagna di rifiuti che la sommerge e l’invasione di senzatetto che popolano a migliaia gli anfratti sotterranei della metropolitana. Ma il dito viene puntato anche verso la vita notturna dissoluta che si svolge in migliaia di locali, la comunità gay, il diffondersi di nuove droghe a buon mercato. Così per la politica diventa essenziale ripulire la città, bonificarla da tutti questi vizi, spazzare via ogni tolleranza. Non a caso l’ex giudice Rudolph Giuliani diventerà il nuovo sindaco grazie a un messaggio semplice: “tolleranza zero”.
Il bambino che a un certo punto scompare è Edgard, il figlio un po’ trascurato di una giovane coppia ormai in crisi. Il padre Vincent, un burattinaio, è l’ideatore del Good Day Sunshine, il più importante programma televisivo per bambini. Ma Vincent è anche figlio di uno degli uomini più potenti e ricchi della città, con cui è in rotta da anni e che lo ha disconosciuto. La moglie lo ama ancora, ma non sopporta il suo stile di vita. Vincent è un padre assente, che fa uso abbondante di alcol e droga, spesso si perde di notte per la città.
Quando Edgard scompare per Vincent si apre un baratro. È sua la colpa di aver lasciato andare a scuola il figlio di 9 anni da solo. A un certo punto viene addirittura indicato come uno dei sospettati. Il suo già precario equilibrio lo spinge alla pazzia. Perde il lavoro, la moglie, gli amici. Si mette da solo alla ricerca del figlio dopo che ha trovato un suo disegno che sembra una mappa dei sottofondi della città. Ma si deve soprattutto all’ostinazione dell’agente Ledroit, interpretato da McKinley Belcher III, che si occupa del caso, se si riesce a dipanare la matassa di una storia che alla fine coinvolge tutti. Dal locale notturno della zona, centro tollerato di spaccio di droga e prostituzione minorile, alla politica locale che gestisce gli appalti, alla corruzione dilagante tra gli agenti della polizia che dovrebbero far rispettare la legge.
Eric non racconta una storia realmente accaduta, anche se l’autrice Abi Morgan (The Iron Lady, The Hour) si è ispirata alla vicenda della scomparsa di un bambino che fece molto clamore e di cui non si seppe più nulla. Ma la vita quotidiana descritta in Eric è esattamente la fotografia di quello che la città rappresentava in quegli anni. Inoltre, la grande interpretazione di Benedict Cumberbatch (Sherlock, The Imitation Game,1917) nei panni di Vincent rende la miniserie un gioiello da non perdere.
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