RIFORMA PENSIONI 2024, LA PROPOSTA DI DAMIANO
Se i sindacati sollecitano il Governo a riprendere il confronto sulla riforma delle pensioni, Cesare Damiano torna a proporre uno dei suoi cavalli di battaglia: l’introduzione di una flessibilità pensionistica. L’ex ministro del Lavoro, in un’articolo sull’Unità, evidenzia la necessità di salvaguardare quanti svolgono lavori gravosi o usuranti lasciando invariate le regole di ingresso in quiescenza a loro riservati, mentre per tutti gli altri andrebbe prevista la possibilità di andare in pensione dai 64 anni di età, con una penalizzazione massima del 3% del montante contributivo per ogni anno di anticipo. Per Damiano andrebbe anche ridotto il valore-soglia di accesso alla pensione, pari a 1,5 volte il trattamento minimo, per i giovani, dai 64 anni.
RIFORMA PENSIONI 2024, LE CRITICHE AL GOVERNO MELONI
Nel suo articolo Damiano accusa anche il Governo di aver penalizzato le donne e i giovani, oltre che i pensionati tramite il blocco parziale delle indicizzazioni. Dal suo punto di vista la previdenza rischia di essere la grande assente nella prossima Legge di bilancio, se non per qualche intervento marginale e peggiorativo della situazione. Non sarebbe sbagliato, secondo Damiano, chiedersi se non sia meglio lasciare intatto il sistema pensionistico disegnato dalla riforma Fornero piuttosto che varare dei provvedimenti che rischiano di danneggiare ulteriormente quanti si avvicinano all’età pensionabile. Anche per questo auspica che il tema previdenza possa tornare nel dibattito politico e che si possa arrivare al varo di una vera flessibilità al poste delle Quote.