IL POST CHOC DI ILARIA SALIS CHE RIVENDICA IL DIRITTO AD OCCUPARE CASE
In pratica occupare casa dovrebbe essere considerato lavoro da usuranti: ne è convinta Ilaria Salis, la neo-europarlamentare eletta con AVS con quasi 200mila preferenze e trasferita in Italia dopo la scarcerazione in Ungheria dove è in corso il processo per le gravi accuse di pestaggi e lesioni contro militanti di estrema destra. Con un lunghissimo post su Instagram, la maestra brianzola fresca 40enne è tornata sul tema delle occupazioni, rispondendo alle critiche sollevate per le tante condanne (e per i pagamenti pendenti) dovute ad occupazioni abusive negli scorsi anni a Milano.
«Vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da ‘furbetti’. E’ logorante»: Ilaria Salis si infila in un complesso ragionamento con il punto di partenza e di fine che coincidono, occupare non è un reato e il suo seggio. nell’Europarlamento sarà utilizzato per lanciare questa “battaglia” anche a livello europeo. Attenzione, non si parla (solo) di occupazione di terreni o immobili dello Stato, qui si parla di case Aler o comunque di estrazione popolare occupate ogni giorno come dimostrano le difficili cronache dalle periferie di Milano e delle altre grandi città. Per Salis la colpa non è degli occupanti: «le case occupate – circa tremila (dati Confedilizia, sett. 2023) – rappresentano solo una piccola parte delle case sfitte, un numero di gran lunga inferiore a quello di abitazioni lasciate vuote. L’abbandono è letteralmente ovunque».
NUOVA “GRANA” IN AVS: FRATOIANNI DIFENDE LE TESI DI SALIS MA L’ELETTORATO…
Secondo la “tesi” di Ilaria Salis, l’occupazione non reca affatto un danno nocivo a nessuno, non solo, non sottrae posto a persone in lista d’attesa: «Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket o ai palazzinari. Affermare il contrario, è bassa retorica politica volta a mettere gli uni contro gli altri, affinché nulla cambi». È dunque un’azione legittima, nonostante sia considerata illegale, l’occupazione e di questo si intesta la battaglia politica la ragazza per 15 mesi detenuta in carcere a Budapest per pestaggio e gravi lesioni: «Incolpare gli occupanti per il dissesto dell’edilizia popolare pubblica sottolinea o la malafede di chi ben conosce il vuoto pneumatico delle politiche sull’abitare, l’incompetenza degli enti gestori e la speculazione sul mattone, o l’ignoranza abissale di chi non ha mai messo i piedi fuori dalla circonvallazione», rileva ancora Salis nel suo lungo post su Instagram.
Da qui l’appello-sfogo sul fatto che occupare una casa a Milano come dunque è qualcosa da non bollare come “furbetto”, anzi «è logorante»: il motivo, secondo Ilaria Salis, è che occupare «fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi. Occupare vuol dire entrare in una casa abbandonata, murata, coi sanitari rotti e i buchi nelle pareti, lasciata al degrado anziché essere assegnata». Insomma, occupare logora chi lo fa e non chi si vede privato di un proprio immobile o di chi non si vede assegnato un posto perché occupato a vario titolo da precari, nomadi, attivisti, centri sociali e da ora anche europarlamentari. La litania della eletta con Alleanza Verdi Sinistra si chiude poi con la polemica contro chi stigmatizza il comportamento dell’occupante abusivo: «essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso. Mettetevelo in testa, nessun occupante vuole essere occupante. In questo contesto di strutturale emergenza abitativa, i movimenti di lotta per la casa agiscono per aiutare il prossimo, con costanza e dedizione, senza scopo di lucro, perché il valore che li anima e guida è la solidarietà». Aiutare il prossimo, “resistenza”, “solidarietà”… con case, oggetti e immobili di altri. Proprio un bel programma politico: Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e portavoce di AVS difende Ilaria Salis e rilancia «occupare case non è un reato», ma dall’elettorato su social (e non solo) non tutti sposano esattamente la linea dell’occupazione “libera”…
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