INIZIA IL TOTO-NOMI PER IL PROSSIMO SINDACO DI MILANO: È CAOS NELLA SINISTRA DOPO SALA
Il recente rimpasto della giunta Sala nel Comune di Milano ha provocato forti divisioni tra la componente riformista-centrista e quella più radicata a sinistra, tra Pd e AVS: una spaccatura che rischia di ripercuotersi anche in vista delle prossime Elezioni Comunali in programma (probabilmente) nell’autunno 2026. Dietro a Giuseppe Sala infatti, che non potrà ripresentarsi dopo i due mandati a Palazzo Marino, regna l’incertezza per capire chi (e se con le Primarie) potrà imporsi per confermare la quarta giunta di sinistra consecutiva nella Milano un tempo regno del popolo di Centrodestra.
La nomina di Guido Bardelli come nuovo Assessore alla Casa – che verrà ufficializzata solo con l’elezione, ormai imminente, del dem Pierfrancesco Maran in Europarlamento – ha creato scompiglio in giunta: avvocato, moderato e riformista, oltre che profilo tecnico. «Stupiti che una figura certamente non riferibile alla sinistra e ai suoi valori di riferimento vada a ricoprire un simile ruolo fondamentale nell’amministrazione cittadina», attaccano i consiglieri Pd Alessandro Giungi, Simonetta D’Amico, Monica Romano, Natascia Tosoni. Critici anche da AVS e dal resto del centrosinistra, con il sindaco Beppe Sala che invece difende la sua scelta: «Chiedo rispetto al Partito Democratico». Plaude invece la Lega per la scelta di Bardelli alla Casa: per la consigliera Deborah Giovanati, «Finalmente Milano ha un assessore. Beppe Sala ha dato un bello schiaffone al Pd milanese. Nettissimo, in piena faccia, credo gli stia bruciando la guancia dal dolore. Il sindaco si sta decisamente allontanando da una sinistra ideologica e inconcludente, nominando un tecnico esterno non certamente di area Pd».
La scelta di Bardelli può far trasparire alcune dinamiche di cambiamento nella sinistra milanese in vista della lunga campagna elettorale che porterà alle Elezioni Comunali tra due anni: dietro a Sala il Partito Democratico punta ad ottenere la nomina del nuovo candidato sindaco, con Maran “fuori dai giochi” per l’incarico in Europa riappare all’orizzonte Pierfrancesco Majorino, attuale leader dell’opposizione in Regione Lombardia. Potrebbe essere lui il candidato ideale della Milano “ZTL” a ispirazione centro-sinistra, in alternativa la componente più “saliana” con la vicensindaca Anna Scavuzzo: il toto-nomi è appena all’inizio ma secondo le fonti del “Corriere della Sera” profili pensati dai dem sarebbero anche l’ex direttore di “LaRepubblica” Mario Calabresi, l’ex assessore e archistar Stefano Boeri, così come l’ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta, stimato anche da ambienti di Centrodestra.
ELEZIONI COMUNALI MILANO: DESTRA SPINGE PER UN NOME DI RILIEVO. PAZZALI, DE ALBERTIS MA ANCHE LUPI O SALVINI. SILENZIO PER ORA DA FDI
Cruciale invece per il Centrodestra presentare alle prossime Elezioni Comunali a Milano un candidato sindaco che possa quantomeno contendere la poltrona alla sinistra: alle ultime Amministrative Sala ha avuto gioco facile contro il medico Luca Bernardo, candidato in extremis dopo la non piena unità sulla nomina di Gabriele Albertini. Come ha spiegato di recente il leader della Lega Matteo Salvini, «Faccio autocritica. Prima scegliamo i sindaci delle grande città come Milano, prima il centrodestra cresce a livello nazionale». Il vicepremier a suo tempo aveva convinto Albertini a presentarsi ma da Forza Italia e FdI non era giunto un Sì netto e così si ripiegò, sbagliando, su Bernardo: ad oggi i profili tecnici assieme a quelli politici restano entrambi nel toto-nomi per una Milano nuovamente alla destra.
Sempre secondo il “Corriere” i due nomi potenziali sarebbero Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera (e impegnato su diversi progetti nella metropoli milanese) e Regina De Albertis, prima presidente donna nella storia di Assimpredil Ance. Due profili di alto valore sociale e imprenditoriale e che potrebbero progredire nel tempo, anche se entrambi per il momento smentiscono l’interesse per la politica comunale. Non sono esclusi i nomi dello stesso Salvini (che però al momento esclude dicendo «a fine carriera candidato, se i milanesi lo vorranno») e o dell’ex assessore nella giunta Albertini, attuale leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. È ancora presto ma a Milano già si inizia a ragionare sul dopo Sala: possiamo infine aggiungere una piccola postilla, sul tentativo che l’ala più moderata del Centrodestra in capo alla rientrante Letizia Moratti starebbe tentando di unire anche le forze centriste per rappresentare un’alternativa numerica importante alla sinistra. Per ora tace FdI che anche su Milano, visto il peso nazionale del partito in capo alla Premier Meloni, avrà sicuramente l’ultima parola sulla scelta del candidato sindaco.