L’inchiesta sulla morte di Matthew Perry potrebbe allargarsi: lo rivela una fonte della polizia Usa a People, spiegando che diverse persone sono sospettate di aver contribuito alla morte dell’attore. La fonte investigativa ha aggiunto che l’ufficio del procuratore presto potrà decidere se sporgere o meno denuncia nei confronti delle persone che sono sospettate di avere un ruolo nel decesso della star di Friends. Questi fu trovato morto nella sua abitazione di Los Angeles nell’ottobre scorso: il corpo senza vita era nella vasca idromassaggio.
L’autopsia rivelò che la causa della morte era legata al consumo di ketamina, infatti l’attore aveva lottato per anni contro la dipendenza da alcol e droghe, per la quale aveva già rischiato di morire, tanto da cercare poi di superarla attraverso un percorso di riabilitazione. Ma evidentemente Matthew Perry non aveva risolto i suoi problemi e l’obiettivo degli inquirenti, le cui indagini sarebbero vicine alla conclusione, è stato anche quello di scoprire chi ha fornito la droga all’attore di Hollywood e da dove l’abbia presa.
AMICI ATTORI DI MATTHEW PERRY NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI?
A maggio Tmz aveva rivelato, citando fonti delle forze dell’ordine, che l’indagine sulla morte di Matthew Perry si era focalizzata anche sulla ricerca di chi ha fornito la ketamina e in quali circostanze l’attore l’ha ricevuta: a tal proposito, diversi personaggi chiave di Hollywood sono stati interrogati, senza però indicare l’identità, ma pare che gli investigatori abbiano parlato con persone che sono note per avere esperienza di uso di droga o abuso. Non è detto che queste persone siano necessariamente quelle che hanno fornito la ketamina a Matthew Perry, ma comunque potrebbero essere in possesso di informazioni utili per aiutare la polizia a risalire a chi ha fornito questa sostanza.
Non si esclude che amici attori possano avergli indicato a chi rivolgersi. Anche se l’attore seguiva un trattamento a base di ketamina per curare ansia e depressione, l’autopsia ha chiarito che la sostanza individuata nel suo organismo quando è morto non poteva provenire dalla terapia per infusione a cui si sottoponeva. Comunque, al momento il procuratore, che starebbe per chiudere l’indagine, non ha commentato le indiscrezioni.