Si è conclusa (dopo poco meno di un anno di accesi dibattiti) la questione dell’accorso siglato dalla famiglia Sackler per risarcire le numerose vittime dell’epidemia da oppioidi che ha investito – dagli anni ’90 a questa parte – gli Stati Uniti: un caso che affondava le sue radici nel fallimento del colosso farmaceutico Purdue Pharma e che oltre stanziare un quantitativo impressionante di soldi a favore delle vittime, chiedeva anche protezione legale per la famiglia Sackler da qualsiasi contenzioso, passato, attuale e futuro. Per giungere ad un accordo con le famiglie delle vittime dell’epidemia di oppioidi i Sackler avevano impiegato quasi sei anni e poco dopo l’approvazione definitiva da parte di un tribunale newyorchese era intervenuta – bloccando la sentenza e l’accordo – la Corte Suprema.
Con un parere espresso nella giornata di oggi – ad esattamente 10 mesi dalla presa in carico del contenzioso – la Corte ha annullato l’accordo ritenendo, da un lato, che “i Sackler (..) sperano di estinguere le richieste di omicidio colposo e frode, cercando di farlo senza mettere sul tavolo nulla che si avvicini a tutti i loro beni“; e – dall’altro lato – ricordando che non esiste alcuna legge “nel codice fallimentare” che permetta di alla famiglia che ha (in larghissima parte, ma non totalmente) causato l’epidemia di oppioidi di scaricare le future responsabilità legali.
L’epidemia da oppioidi, la famiglia Sackler e l’accordo milionario: cosa è successo
Com’era ampiamente prevedibile gli osservatori, i commentatori e – soprattutto – le vittime dell’epidemia di oppioidi si sono divisi per la sentenza della Corte: da un lato qualcuno ritiene che non si riuscirà ad ottenere nessun accordo migliore dai Sackler; mentre dall’altro molti credono che con un lungo processo si riuscirà a fare del bene all’intera società. Per comprendere meglio la vicenda vale la pena tornare indietro nel tempo fino all’inizio di quella che è diventata famosa con il nome di ‘epidemia di oppioidi’ e che sarebbe legata ad un marketing aggressivo e scorretto da parte della famiglia Sackler e dalla loro Purdue Pharma per incrementare le vendite del farmaco OxyContin nascondendone il potere assuefacente e i possibili danni collaterali.
Senza scendere troppo nei dettagli, basti sapere che a causa dell’epidemia sono morte – tra il 1999 e il 2021, secondo dati dei CDC statunitensi – più di 645mila persone; senza considerare i migliaia che dagli oppioidi sono ‘passati’ all’eroina ed altre droghe illegali. Dopo diversi tentativi di negare le loro responsabilità, la famiglia Sackler aveva accettato di stipulare un accordo – quello oggi contestato dalla Corte Suprema americana – per stanziare 6 miliardi di euro: 750 milioni a favore delle vittime e il resto per Stati, governi e tribù per combattere l’epidemia da oppioidi e i suoi devastanti effetti che continuano a distanza di decenni.