“A quell’ora ero sul divano con mia moglie“. Si sintetizza così l’alibi di Louis Dassilva, indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, in queste ore ai raggi X mentre proseguono le attività investigative sul giallo di Rimini che torna centrale nella nuova puntata di Quarto grado. Il 34enne senegalese è sospettato di aver agito per un movente legato alla sua relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora della vittima, ma sua moglie, Valeria Bartolucci, sostiene la sua versione nonstante la batosta sentimentale dell’essersi scoperta tradita. Il veleno tra le due donne scorre a fiumi da quando la liaison è saltata fuori, poco dopo il delitto, e nelle ultime ore è tornato prepotentemente a galla un altro mistero sollevato proprio dalla consorte dell’indagato.
Ai microfoni dei giornalisti, infatti, Valeria Bartolucci ha avanzato lo spettro di una trappola ai danni di suo marito, convinta che qualcuno stia cercando di incastrarlo e insospettita da un gesto particolare di Manuela Bianchi risalente al giorno in cui Louis Dassilva, circa 24 ore prima dell’omicidio di Pierina Paganelli, fu coinvolto in un incidente con la sua moto. In quella occasione, la nuora di Pierina Paganelli portò via i vestiti del senegalese sporchi di sangue, prelevandoli in un sacco dall’ospedale dove si trovava per accertamenti, e ancora oggi la moglie del 34enne si chiede il motivo sebbene, nella sua testa, si sia fatta strada la più sinistra delle ipotesi: l’eventuale uso di quelle tracce ematiche per inchiodare Dassilva alla scena del crimine.
Louis Dassilva interrogato, attesa per analisi reperti e Dna a caccia di risposte sull’omicidio di Pierina Paganelli
Louis Dassilva è stato sottoposto a interrogatorio in Procura a Rimini pochi giorni fa, mentre si attende una nuova escussione di Manuela Bianchi la cui posizione è al momento invariata come quella degli altri attenzionati nell’inchiesta, Loris Bianchi, suo fratello, e Valeria Bartolucci, moglie del senegalese. Dassilva ha scelto di parlare davanti agli inquirenti non avvalendosi della facoltà di non rispondere. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Riario Fabbri, avrebbe fornito una puntuale ricostruzione dei suoi movimenti e della sera dell’omicidio ribadendo la sua unica versione: “Sono rimasto a casa e non sono mai uscito quella notte“. Tuttavia, il campo investigativo non sarebbe scevro di contraddizioni ancora al vaglio di chi indaga. Tra le dichiarazioni rese dal 34enne nel corso dei mesi anche davanti alle telecamere di diverse trasmissioni, infatti, insisterebbero delle incongruenze ancora da chiarire.
A dare un impulso potenzialmente determinante alle indagini potrebbe intervenire l’esito degli accertamenti tecnici irripetibili sui reperti della scena del crimine di via del Ciclamino e sul Dna, disposti dalla Procura di Rimini contestualmente all’ iscrizione di Louis Dassilva nel registro degli indagati, analisi che saranno condotte con la formula dell’incidente probatorio probabilmente dalla prossima settimana.
Il giallo dei vestiti di Louis Dassilva, la nuora di Pierina Paganelli accusa: “È una menzogna”
Manuela Bianchi ha replicato ai sospetti di Valeria Bartolucci in merito all’episodio che l’avrebbe vista prelevare inspiegabilmente i vestiti di Louis Dassilva, sporchi di sangue, dall’ospedale dove si trovava per essere visitato a seguito dell’incidente in moto avvenuto il 2 ottobre scorso, giorno precedente all’omicidio di Pierina Paganelli.
La moglie del senegalese ha lasciato intendere di nutrire un dubbio che porterebbe in direzione di una eventuale messinscena con l’utilizzo di quel sangue per incastrare il marito a responsabilità che non gli appartengono nel delitto di Pierina Paganelli, ma la nuora della vittima non ci sta. “Ho già chiarito, eravamo d’accordo che li portassi io, se poi dopo hanno voluto dire altro… questa è una menzogna“. Il sospetto di Valeria Bartolucci è che qualcuno abbia prelevato il Dna di Louis, nello specifico proprio Manuela Bianchi, per inchiodare l’amante.