Se i migranti non possono essere accolti, allora vanno risarciti: questo il senso di una sentenza del tribunale civile di Roma che sta facendo discutere. Il caso riguarda lo sbarco della Asso 29 di sei anni fa, quando la nave mercantile riportò a Tripoli i migranti salvati: per i giudici non si doveva agire così, da qui la condanna allo Stato italiano. A darne notizia La Verità, secondo cui questa sentenza rischia di avere conseguenze sulla politica migratoria italiana, ad esempio incentivando le partenze e rappresenta un ostacolo al Piano Mattei con cui il governo Meloni vuole rafforzare la collaborazione con i Paesi del Nord Africa.
La Presidenza del Consiglio, all’epoca dei fatti guidata dal premier Giuseppe Conte, i ministeri di Difesa e Trasporti, il capitano della nave e la società armatrice Augusta Offshore sono stati condannati al risarcimento dei 150 naufraghi. Le autorità sostengono che sia stata la Libia a coordinare le operazioni, invece i legali dei migranti hanno accusato l’Italia: il giudice ha riconosciuto la legittimità della loro richiesta di risarcimento, sostenendo che il comandante della nave era obbligato a portare i migranti in un porto sicuro, stabilendo che la Libia non lo è, respingendo la tesi che l’ingresso di un ufficiale libico sull’imbarcazione abbia esentato il capitano della Asso 29, perché anzi non doveva salirci. La Duilio, che ha coordinato le operazioni, avrebbe dovuto far portare i migranti in un porto italiano, invece arrivati in Libia sono stati rinchiusi in centri di tortura.
CASO ASSO 29, 15MILA EURO DI RISARCIMENTO AI MIGRANTI
A richiedere il risarcimento sono stati solo cinque migranti, quelli che sono riusciti ad arrivare in Italia: sono eritrei con protezione internazionale, per gli altri che sono rimasti in Libia è stato complicato validare le procure, ma i legali stanno lavorando per farli entrare legalmente nel nostro Paese e far ottenere loro la protezione.
Stando a quanto riportato da La Verità, il giudice ha deciso che le autorità e la società armatrice debbano risarcire i 5 migranti con 15mila euro ciascuno, ma per il giornale apre soprattutto la strada all’arrivo in Italia di chi è bloccato in Libia, visto che non può essere ritenuto un Paese sicuro, con conseguenze sul piano internazionale, visto che il Piano Mattei prevede la cooperazione con l’Africa, mentre dalla sentenza emerge che la Guardia costiera libica non possa intervenire nella sua zona Sar e che i migranti debbano per forza sbarcare in Italia, un precedente che potrebbe incentivare gli sbarchi.