I risultati degli esami effettuati sulla fascetta di plastica che avrebbe causato lo strangolamento di Angelo Onorato avvalorano l’ipotesi del suicidio del marito dell’eurodeputata Francesca Donato trovato morto nel maggio scorso all’interno della sua auto a Palermo. Le analisi della Scientifica non hanno riscontrato altri Dna oltre a quello dell’uomo e dei soccorritori che si sono precipitati per provare a salvarlo. Gli inquirenti non hanno trascurato alcuna pista effettuando esami di ogni tipo, come quelli patrimoniali e sulla vita privata dell’uomo, ma finora non è emerso alcun movente per il quale Angelo Onorato potrebbe aver deciso di togliersi la vita con una fascetta di plastica stretta al collo.
Dunque, cresce l’ipotesi del suicidio (respinta sin da subito dalla famiglia), però non è ancora chiaro il motivo: gli unici elementi certi è che non sono state individuate tracce biologiche di persone estranee e che il marito di Francesca Donato è morto per soffocamento, in base a quanto emerso dall’autopsia, da cui si evince che non ha neppure tentato a togliersi la fascetta o altre reazioni.
MORTE ANGELO ONORATO: ANALISI SU SMARTPHON E TABLET
Non sono neppure emerse tracce di un’aggressione, nessun segno che Angelo Onorato abbia provato a liberarsi da un’eventuale presa: c’è solo il segno della fascetta sul collo, che lui stesso avrebbe stretto stando ai risultati degli ultimi esami. Repubblica riferisce che gli investigatori stanno esaminando le copie dello smartphone e del tablet: da valutare una gran mole di dati, molti dei quali eliminati, ma recuperati grazie a tecniche molto sofisticate.
Si cercano tracce di disagio, ricatti, qualsiasi cosa che possa giustificare il suicidio di chi non si era confidato con nessuno per esprimere il suo disagio: non è emerso niente finora, ma gli esami dei dati proseguono. Tante le cose da chiarire, dalla lettera affidata a un amico avvocato, da consegnare alla moglie se gli fosse successo qualcosa, alla testimonianza di un amico che ha raccontato che a fine anno Angelo Onorato gli avrebbe chiesto due volte in una settimana come ci si procura una pistola. Le indagini sulla morte del marito di Francesca Donato comunque proseguono per completare il quadro prospettato dall’autopsia.