A Napoli chi è l’eroe?

Una serata organizzata a Napoli da studenti e volontari di un'associazione mostra che anche piccoli gesti possono fare la differenza

Nei bassi di Napoli non c’è solo lo sfacelo, la corruzione, il degrado raccontato da certi scrittori che hanno costruito a partire da questi racconti la loro fortuna e notorietà. C’è anche chi, lontano dalle luci della ribalta, educa i ragazzi al rispetto dell’altro, alla pace, allo studio, all’amicizia disinteressata, al lavoro, alla bellezza. Chi è l’eroe?

Nel film “Un mondo a parte” uno dei protagonisti, di fronte alla disfatta che sta per accadere, dice questa frase cruda e vera: “Abituarsi al peggio è la cosa peggiore che gli esseri umani possano accettare”.

Un’affermazione che oggi possiamo sperimentare nella nostra quotidianità. Dapprima il rumore assordante di una guerra che uccide tanti innocenti, che sconvolge il presente e pregiudica il futuro. Poi, pian piano, il rumore diviene un sottofondo e infine riesci a non sentirlo più.

La guerra fratricida di popoli, ma anche la guerra intima che soffoca l’umano che è in noi e distrugge il desiderio di vivere. Per non soccombere a questa situazione c’è bisogno di un cuore vivo, capace di un desiderio di vita più grande della violenza. Un cuore più grande della guerra.

Da questa constatazione siamo partiti per tentare di rispondere con un nostro giudizio al dramma in atto, scommettendo sul desiderio di bellezza e amore che c’è in ogni uomo. È nata così l’idea di uno spettacolo di beneficenza messo su da studenti e volontari dell’Associazione Icaro – realtà che opera come aiuto scolastico nel quartiere Sanità di Napoli – dal titolo “Un cuore più grande della guerra”.

Abbiamo scelto un tema che a volte nello scorrere della vita quotidiana sembra lontanissimo, ma che in realtà è così vicino a noi. Un gesto, una parola, un sorriso possono cambiare tanto ed è ciò che abbiamo voluto raccontare durante lo spettacolo attraverso canzoni, musiche e poesie scelte o scritte da alcuni ragazzi. Il ricavato della serata è stato devoluto a sostegno dell’attività dell’associazione, nata lo scorso anno dall’iniziativa di un gruppo di docenti per offrire agli adolescenti un luogo di aiuto per le difficoltà scolastiche.

I ragazzi – come loro stessi hanno raccontato – si sono sentiti coinvolti in un’esperienza in cui hanno cercato di starci con tutto se stessi, vincendo la timidezza, l’emozione, la paura di non farcela. Alcuni hanno scritto dei dialoghi e delle poesie, altri hanno recitato o cantato. Come ha detto una studentessa, “è stato bellissimo prendere parte a questa rappresentazione in cui ho cercato di mettere tutta me stessa. Scrivere e cantare riguardo a un argomento così importante è stato un onore e mi ha fatto sentire una persona migliore, perché alla fine non è stato rilevante che lo spettacolo fosse organizzato perfettamente, quanto piuttosto il senso per cui ci siamo impegnati, poter mandare un messaggio a chi ci ascoltava”.

La serata è iniziata con due videomessaggi, uno della nostra amica Giovanna Parravicini da Mosca e uno di Sobhy Makhoul, da Gerusalemme. Entrambi hanno raccontato cosa significa “un cuore più grande della guerra” per loro che vivono in territori così segnati dalla violenza. Storie di donne e uomini che rispondono quotidianamente all’odio con una presenza piena di speranza. Le musiche e i testi successivi hanno continuato a testimoniare che si può vivere così.

C’è una frase di Antoine de Saint-Exupéry tratta da “Il piccolo principe” che dice: «Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito». Bisogna sempre cercare il significato di ciò che ci prepariamo a fare. Questo spettacolo ci ha permesso di conoscere e incontrare nuovi volti; ha unito tutti, grandi e piccoli coinvolti, in un solo cuore “più grande della guerra”. Quello che volevamo raccontare agli altri lo abbiamo vissuto innanzitutto noi.

Una ragazza dopo lo spettacolo ha scritto: “Quando mi sono trovata sul palco ho capito perché lo stavo facendo e in quel momento è svanita tutta la mia paura di sbagliare. Perché quando le tue azioni servono per aiutare gli altri, non esiste l’errore, ma esiste soltanto l’amore e la voglia di vedere sul viso dell’altro un sorriso”.

Preparando e condividendo con gli ospiti una serata così intensa e profonda abbiamo imparato innanzitutto noi che in questo mondo è possibile vivere con un gusto diverso se si cerca la Bellezza e l’Amore invece di cedere al nulla che a volte sembra inghiottire le nostre giornate.

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