Il Ministero dell’Istruzione ha messo a punto un piano per aiutare gli studenti stranieri in difficoltà con la lingua italiana: avranno a disposizione un insegnante di italiano e dovranno seguire corsi pomeridiani per studiare la lingua. Nel decreto del ministro Giuseppe Valditara si parte da un presupposto: bisognerà verificare le conoscenze linguistiche, poi potranno partire i corsi. Il progetto si pone come obiettivo quello di favorire una vera inclusione degli studenti stranieri nelle scuole italiane. In vista del nuovo anno scolastico, il ministero sta cercando di stringere i tempi per lanciare il suo piano: stando a quanto riportato dal Messaggero, il decreto dovrebbe essere convertito nelle prossime settimane, prima della pausa estiva, altrimenti il rischio è di non riuscire a vararlo in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico.
All’orizzonte c’è, dunque, una importante novità per il mondo della scuola per aiutare gli studenti stranieri a restare al passo del resto dei compagni di squadra. Lo aveva anticipato lo stesso ministro, spiegando che sarebbe intervenuto per migliorare l’integrazione scolastica degli alunni stranieri, fornendo anche dei dati. Ad esempio, aveva spiegato che il 3 ragazzi stranieri su 10 si disperde, mentre 2 su 10 circa non ha competenze sulla lingua italiana, quindi le scuole dovranno accertare le loro conoscenze.
Per quanto riguarda la definizione di studenti stranieri, va precisato che non si intendono in generale tutti coloro che non hanno origine italiana, ma gli studenti che per la prima volta si iscrivono in una scuola italiana dimostrando di non conoscere al meglio la lingua, quindi si vuole intervenire per aiutarli, nella consapevolezza che le difficoltà legate alla comprensione e conoscenza della lingua impediscono l’integrazione dell’alunno straniero in classe.
COME FUNZIONA IL PIANO DI VALDITARA PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA E CONTRASTARE LA DISPERSIONE
Riguardo i criteri previsti dal decreto, nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri, per quelli che si iscrivono per la prima volta ma non hanno le conoscenze di base in lingua italiana ci sarà un insegnante che dovrà insegnare loro l’italiano. A livello pratico vuol dire che in una classe, ad esempio, di 25 studenti, devono esserci almeno 5 stranieri per avere l’insegnante di italiano. Si terrà conto anche di questa figura per programmare i posti da assegnare nei concorsi ordinari per gli insegnanti di scuola media e superiore.
In merito alle verifiche delle competenze, le scuole avranno la facoltà di stringere accordi con i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia), ma dovranno anche elaborare dei Piani didattici personalizzati destinati agli studenti per favorirne l’inserimento scolastico. Le scuole con almeno il 20% di studenti stranieri potranno avviare corsi di potenziamento anche nel pomeriggio. Un lavoro che oltre a contrastare l’integrazione scolastica serve anche a limitare la dispersione scolastica.
Non mancano le polemiche attorno al piano elaborato dal ministro Valditara, il Corriere spiega che la linea arriva dall’Europa, che avrebbe pressato all’Italia affinché riesca ad abbassare la percentuale della dispersione scolastica degli studenti stranieri. La media a livello nazionale al momento si attesta attorno al 12,7 per cento, ma il tasso è legato soprattutto alla condizione sociale più che alla regione in cui si trova, visto che, anche se il Sud ha più criticità, al Nord ci sono zone con un livello molto basso di scolarizzazione.