Marine Le Pen potrebbe avere usufruito di finanziamenti illeciti nel corso della sua campagna per le Elezioni presidenziali 2022 in Francia. L’accusa, come riportato dall’emittente Bfmtv, arriva dalla Procura di Parigi, che lo scorso aprile – ma la notizia è emersa solo ora – ha aperto una indagine sul tema dopo avere ricevuto delle segnalazioni da parte della Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques, ovvero un organo che si occupa di analizzare se i candidati hanno rispettato o meno i limiti di spesa imposti dalla legge per la propria promozione.
Dal rapporto pubblicato l’anno successivo alla chiamata alle urne sarebbero emerse delle irregolarità. A fare insospettire i vigilanti sarebbero stati in particolare un prestito emesso da parte di una persona giuridica a un candidato, delle appropriazioni indebiti di beni da parte di persone con cariche pubbliche, delle frodi commesse ai danni di enti pubblici e alcuni atti di falsificazione. Non è stato precisato, tuttavia, quali di queste azioni siano da attribuire a Marine Le Pen.
Marine Le Pen e i finanziamenti illeciti: non è la prima volta
Non è la prima volta tuttavia che la Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques prende di mira Marine Le Pen per delle spese troppo esose in campagna elettorale. È da precisare infatti che i candidati hanno un plafond a cui devono sottostare, in quanto una parte delle risorse economiche viene rimborsata dallo Stato. È emerso che nel caso delle Elezioni presidenziali del 2022, che perse al ballottaggio contro Emmanuel Macron, la politica aveva investito 11,5 milioni di euro. L’autorità competente lamentò una irregolarità nei costi di verniciatura dei pullman col suo volto e il suo simbolo, ritenuti eccessivamente alti, al punto da essere rettificati. Anche nel 2017, con altri riferimenti, era accaduto qualcosa di simile.
Le indagini in merito a queste questioni tuttavia procedono ormai da anni molto a rilento. Soltanto a giugno scorso, infatti, è arrivata la sentenza definitiva per le Elezioni legislative del 2012, durante le quali il Rassemblement National, di cui Marine Le Pen è leader, ha gonfiato alcune fatture relative all’acquisto dei kit per la campagna. In quel caso è arrivata una condanna.