La sentenza nei confronti del medico sportivo Giorgio Galanti per la morte di Davide Astori è stata confermata dalla Corte di Appello di Firenze: la condanna, come riportato da Ansa, è a un anno di reclusione, con pena sospesa, e a un risarcimento di un milione e 90mila euro, suddivisi tra Francesca Fioretti e Vittoria Astori, rispettivamente compagna e figlia del calciatore , e i genitori e i fratelli di quest’ultimo. È stata accolta dai giudici dunque la richiesta del procuratore generale Melania Bellini di ribadire quanto emerso in primo grado nel maggio del 2021.
A decretare la condanna di Giorgio Galanti, all’epoca dei fatti direttore di Medicina dello Sport dell’ospedale di Careggi, è stato l’avere decretato in due occasioni, prima nel 2016 e poi nel 2017, fino a dunque un anno prima del decesso, l’idoneità sportiva di Davide Astori. Il calciatore si è spento infatti a soli 31 anni per cardiomiopatia aritmogena, una patologia congenita che può essere rilevata fin dalla pubertà ma che non gli era mai stata diagnosticata nel corso dei controlli. Al momento della porte, era nella fase pre-sintomatica, ovvero al secondo stadio.
I commenti della compagna e del fratello di Davide Astori dopo la sentenza
A commentare la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Firenze nei confronti del dottor Giorgio Galanti è stata Francesca Fioretti, compagna di Davide Astori, che ha assistito all’udienza. “Ora mi sento più leggera. Spero vivamente, grazie a questa sentenza, che quanto successo a Davide non si ripeta più. Ringrazio tutti per l’affetto dimostrato nei confronti di Davide e di tutti noi”, ha affermato. Il riferimento è ai controlli che vengono periodicamente effettuati ad atleti professionisti e non, che spesso sottovalutano patologie che possono portare anche alla morte, come nel caso del difensore della Fiorentina.
“Ogni volta che veniamo a Firenze sentiamo l’affetto della gente, non solo dei tifosi, e ciò riscalda il cuore. Andiamo avanti con l’associazione intitolata a Davide non solo con un percorso di sostegno alla ricerca in materia di cardiomiopatia aritmogena, ma anche per contribuire a modificare l’iter dei controlli per le attività sportive”, ha aggiunto Marco Astori, il fratello del calciatore.