La mano di un professionista dietro il massacro di via Diaz in cui fu sterminata la sua famiglia, l’11 dicembre 2006 nella strage di Erba. È la convinzione granitica di Azouz Marzouk, il tunisino che da sempre esclude categoricamente un coinvolgimento di Rosa Bazzi e Olindo Romano, suoi ex vicini di casa, nella strage di Erba in cui perse la moglie Raffaella Castagna e il figlio di appena 2 anni, Youssef. Una mattanza nella quale morirono anche la suocera, Paola Galli, e un’altra residente del palazzo, Valeria Cherubini, portata a termine a colpi di spranga e coltello e conclusa con un devastante incendio.
Dall’altra parte della storia, c’è la testimonianza del marito di quest’ultima, Mario Frigerio, unico sopravvissuto (oggi deceduto) per via di una malformazione alla carotide che gli permise di scampare a una coltellata alla gola altrimenti mortale. Fu lui a identificare Romano come suo aggressore, mettendolo al centro di una scena del crimine tra le più scioccanti della cronaca nera e contribuendo a inchiodarlo all’ergastolo insieme alla moglie, Rosa. Oggi, 10 luglio 2024, in Corte d’Appello a Brescia si decide la sorte dei due coniugi che furono condannati in via definitiva nel 2011. Il collegio, infatti, è chiamato a stabilire se si potrà aprire un dibattimento e sulla base di quali nuove prove sulla Strage di Erba, portate dalla difesa in sede di istanza di revisione del processo – scenario che di fatto aprirebbe all’eventualità di un clamoroso ribaltamento del giudicato con una assoluzione -, oppure confermare il fine pena mai.
Azouz Marzouk sulla strage di Erba: “Convinto dell’innocenza di Rosa e Olindo”
“Sono convinto che Rosa e Olindo non sono gli assassini, basta vedere il modo in cui sono state assassinate le vittime, compreso il ferimento del signor Frigerio che si è salvato per miracolo, per capire che è la mano di un professionista. È evidente che non possono essere stati loro“. Azouz Marzouk lo dice ancora una volta a favore di telecamera, ai microfoni di Morning News nel giorno cruciale in cui a Brescia si decide il destino della coppia – dopo averlo messo pure nero su bianco in una istanza che lo aveva portato a processo per calunnia (alla sbarra, poi assolto, per aver sostanzialmente accusato i coniugi di autocalunnia per le loro confessioni sulla strage di Erba, a suo dire false).
Azouz Marzouk è sicuro che i due condannati per il massacro della Strage di Erba non siano i responsabili e da anni si batte perché la giustizia riprenda in mano il caso e “si arrivi ai veri colpevoli“. “Lotto ancora per la verità – afferma Azouz Marzouk –, ho un po’ di agitazione per l’udienza decisiva e spero che i veri autori del massacro“. Oggi potrebbe andare in scena l’atto finale della Strage di Erba, di un percorso che ha visto i Romano-Bazzi tornare in un’aula di tribunale a quasi 18 anni dalla mattanza, 17 quelli già trascorsi dall’inizio della loro detenzione, ma potrebbe aprirsi anche una nuova fase giudiziaria al cui esito potrebbero persino essere assolti.
Colpo di scena in aula a Brescia: nessuna replica dell’accusa, dritti in camera di consiglio
I giudici della Corte d’Appello di Brescia si sono riuniti subito in camera di consiglio per decidere sulle istanze di revisione del processo per la strage di Erba avanzate, in ordine, dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, dalla difesa di Rosa e Olindo Romano e dal loro tutore, l’avvocato Diego Soddu. Tre richieste presentate in separata sede che, però, sono state unificate e oggi avranno una risposta con decisione attesa nel primo pomeriggio: nuovo processo per la coppia, con l’ammissione di nuove prove, o conferma dell’ergastolo.
Un colpo di scena è arrivato poco prima, quando i rappresentanti della pubblica accusa, il procuratore generale Guido Rispoli e l’avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro hanno espresso la volontà di non replicare perché “è ora di sentire la parola del giudice“.