COSA PREVEDE IL PIANO DELLA NATO PER GLI AIUTI ALL’UCRAINA: DAGLI F16 AL MESSAGGIO ALLA CINA
L’Ucraina non ha una data ancora per l’ingresso della Nato, ma di contro porta a casa dal vertice per i 75 anni dal Patto Atlantico a Washington ben più di un sostegno concreto nella guerra in corso contro la Russia di Vladimir Putin: nella lunga fase di lavori terminati nella notte americana, il summit della Nato oltre a congedare il Segretario Generale uscente Jens Stoltenberg (sarà sostituito dall’ex Premier olandese Mark Rutte) consegna al presente Presidente Zelensky «il più vasto piano di difesa dalla Guerra Fredda», sottolinea il leader norvegese.
Dopo i diversi sistemi di difesa accordati ieri, i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica conferma per la prima volta l’invio di caccia F16 in difesa delle linee ucraine dall’inizio della guerra: «Mentre parliamo, è in corso il trasferimento di jet F-16, provenienti dalla Danimarca e dai Paesi Bassi alle forze di Kiev», ha detto il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, intervenuto a fianco del Presidente Biden durante il summit. Gli aerei da combattimento sono un messaggio chiaro alla Russia di Putin, ribadisce ancora il Ministro Usa: «La via più veloce verso la pace è attraverso un’Ucraina forte». Oltre agli F16 vi sono 40 miliardi di euro complessivi di aiuti forniti dagli Alleati, oltre allo spiegamento di forze sul fianco orientale della Nato e al sistema di difesa garantito da 4 Paesi come Usa, Italia, Germania e Romania.
Al termine del summit Nato un messaggio forte viene inviato alla Cina, visto come il partner internazionale in grado di poter frenare le ambizioni del Cremlino sull’Ucraina: «stiamo definendo chiaramente la responsabilità della Cina quando si parla di consentire l’aggressione bellica della Russia contro l’Ucraina», tuona Stoltenberg spiegando come Pechino abbia facilitato il conflitto russo contro Kiev, in primis con «equipaggiamento, microelettronica, molti altri strumenti che stanno consentendo alla Russia di costruire i missili, bombe, aerei, armi usate per attaccare l’Ucraina».
IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI E L’IMPEGNO DELL’ITALIA DELLA NATO: SISTEMA DI DIFESA E ATTACCO A LUNGO RAGGIO
Nel breve punto stampa al termine del vertice Nato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riaffermato il ruolo riconosciuto all’Italia dagli alleati atlantici, chiarendo però come gli aiuti all’Ucraina debbano essere sempre più mirati ed efficaci: «dobbiamo evitare evitando duplicazioni, perché 96 cittadini dell’Unione europea su 100 sono anche cittadini di una nazione della Nato, e il bilancio nazionale al quale attingiamo è sempre lo stesso».
L’Italia contribuirà al 2% di spesa propria per la difesa Nato ma in maniera graduale e tenendo conto di quanto già Roma sta facendo per le varie missioni di pace sparse nel mondo. «L’Italia è oggi in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento. Il 2% è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico. Dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva, che tragga vantaggio dalla complementarità tra Nato e Ue», ha spiegato ancora la Premier Meloni al termine del summit Usa.
Oltre a fornire i sistemi di difesa SAMP-T come chiarito ieri dalla stessa Meloni con il Ministro della Difesa Crosetto (assieme ad altri sistemi forniti da Stati Uniti, Germania, Romania e anche Olanda), il summit della Nato ha dato il via libera all’accordo fra Francia, Germania, Polonia e Italia per fornire il sistema “ELSA”, acronimo di European Long-Range Strike Approach. I Ministri della Difesa di questi 4 Paesi Nato firmeranno oggi in giornata a Washington l’invio all’Ucraina del sistema di attacchi a lungo raggio di ultima tecnologia: «l’Elsa mira a migliorare la nostra capacità, come europei, di sviluppare, produrre e fornire capacità nel campo degli attacchi a lungo raggio, che sono estremamente necessarie per scoraggiare e difendere il nostro paese», ha spiegato la nota dell’ambasciatore francese, rilanciata dall’Adnkronos. Nella dichiarazione finale del summit Nato in Usa si legge come l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza è ormai irreversibile, anche se «sarà in grado di estendere un invito a Kiev ad aderire all’Alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte».