Proseguono senza sosta le ricerche di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa il 12 maggio scorso a San Sperate, Sud Sardegna, e che si ipotizza essere stata uccisa. Pochi giorni fa, una prima svolta nell’inchiesta è arrivata con l’iscrizione del marito, Igor Sollai, nel registro degli indagati per le ipotesi di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
Ieri, il ritrovamento di alcuni effetti personali, indumenti e tracce di sangue di Francesca Deidda in una delle zone battute dagli investigatori e ritenute di grande interesse nell’ambito delle indagini sulla sparizione. Tra gli oggetti rinvenuti e riconducibili alla donna, un bite dentale con la custodia, un beauty case, il frammento di una felpa che sarebbe stato trovato tra i cespugli e un accappatoio. Macchie ematiche sarebbero state isolate su una roccia, il tutto rilevato tra Sinnai e San Vito, in località San Priamo, come riporta l’Ansa, nei pressi del chilometro 35 della vecchia statale 125 Orientale sarda. Si tratterebbe del posto in cui insiste una cella a cui si sarebbero agganciati i telefoni di Francesca Deidda e del marito Igor Sollai. I reperti sono stati recuperati durante una battuta dei Carabinieri della Compagnia di Iglesias unitamente ai Cacciatori di Sardegna, oltre a operatori del Soccorso alpino, Vigili del fuoco, Protezione vicile e Corpo forestale.
Il marito di Francesca Deidda indagato per omicidio, continua a dirsi estraneo e parla di allontanamento volontario
Secondo la Procura di Cagliari, il marito di Francesca Deidda, Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni attualmente indagato e in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, l’avrebbe uccisa. L’uomo continua a dirsi estraneo alla scomparsa della donna e sostiene la tesi di un allontanamento volontario per la presunta volontà di una “pausa di riflessione”.
Stando alla ricostruzione finora emersa, il 43enne Igor Sollai avrebbe avuto una relazione con un’altra donna e avrebbe agito per paura di perdere i beni in comune con Francesca Deidda, anzitutto l’abitazione di San Sperate in cui la coppia viveva, usando il telefono della moglie per inviare falsi messaggi di rassicurazione ad amici e parenti e fingere che fosse ancora viva. La difesa, rappresentata dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, ha confermato all’Ansa l’imminente nomina dei consulenti che prenderanno parte agli accertamenti sui reperti e ha dichiarato che Igor Sollai “è molto provato” e “sta contribuendo alla linea difensiva“. Il prossimo 18 luglio è previsto un nuovo interrogatorio nel quale si sarebbe detto pronto a “chiarire le discrasie che lo hanno portato in carcere“. Il ritrovamento più recente riguarderebbe uno straccio sporco di sangue individuato in una zona più a valle rispetto alla scena della prima repertazione, sul quale interverranno le analisi del Ris per capire se si tratti di materiale biologico della 42enne Francesca Deidda.