Il caso del femminicidio di Marianna Sandonà viene riproposto da Rai Premium, che oggi dalle ore 21:20 trasmette lo speciale realizzato da Amore Criminale. Questa è la storia di una 43enne che è stata uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Luigi Segnini a Montegaldella, in provincia di Vicenza, nel giugno di cinque anni fa. I due si erano conosciuto in fabbrica: lei era capo turno del suo reparto, lui era un operaio interinale. Durante la convivenza emersero le loro divergenze caratteriali: a Marianna Sandonà piaceva uscire e viaggiare, mentre lui era freddo e solitario. Alla fine la loro relazione naufragò, ma lui non riusciva ad accettare la rottura.
Il delitto è maturato nel corso di un incontro per consentire all’uomo di riprendersi le sue cose. Marianna Sandonà decise però di presentarsi all’appuntamento con un amico e collega, Paolo Zorzi, che doveva farle da testimone, senza sapere però che avrebbe testimoniato il suo omicidio, perché durante l’incontro scoppiò una violenta lite al culmine della quale Luigi Segnini uccise l’ex fidanzata con 19 coltellate, ferendo gravemente l’amico di lei.
LA TESTIMONIANZA CHIAVE E L’AUDIO DELL’OMICIDIO
La testimonianza di Paolo Zorzi si rivelò decisiva: infatti, confermò che Marianna Sandonà era stata uccisa dall’ex fidanzato Luigi Segnini. L’omicidio poteva essere duplice, perché anche lui era stato accoltellato dall’uomo nel tentativo di difendere l’amico. Una delle due coltellate lo raggiunse a un polmone e rimase in coma farmacologico per un mese, ma al suo risveglio aiutò gli inquirenti a ricostruire il femminicidio, spiegando che Luigi Segnini era sceso dall’auto col coltello e urlando. Per questo gli fu contestato l‘omicidio volontario della donna e il tentato omicidio del collega.
Ma importante fu anche una telefonata a un altro amico e collega, venti minuti prima dell’omicidio, a cui Marianna Sandonà raccontò che Luigi Segnini l’aveva insultata, quindi aveva paura. Per questo attivò la registrazione audio sul suo cellulare quando arrivò l’ex: quell’audio è diventata una prova, dunque, dell’aggressione e dell’omicidio, permettendo alle forze dell’ordine di incastrare l’uomo prima che il testimone chiave si risvegliasse dal coma.
FEMMINICIDIO MARIANNA SANDONÀ, L’ITER GIUDIZIARIO
Quella registrazione ha consentito anche agli inquirenti di contestare a Luigi Segnini le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà, oltre al tentato omicidio dell’amico di Marianna Sandonà. Nell’audio non si sente la lite, ma la sua aggressione unilaterale. Fu esclusa la premeditazione, perché non aveva portato con sé il coltello, che aveva invece trovato in una cassettiera in casa mentre cercava le cose da portare via. Dopo l’aggressione violenta, Luigi Segnini si accoltellò con lo stesso coltello per tentare il suicidio, quando si riprese fu condotto in carcere.
L’iter giudiziario si è concluso in appello, perché Luigi Segnini, condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio di Marianna Sandonà decise di rinunciare al ricorso in Cassazione, quindi la pena divenne definitiva dopo la sentenza della Corte d’Appello che l’aveva confermata. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo, contestando premeditazione e crudeltà come aggravanti, ma fu riconosciuto l’omicidio volontario della donna e il tentato omicidio del collega, senza le aggravanti; inoltre, siccome il processo fu celebrato con rito abbreviato, fu riconosciuto uno sconto di un terzo della pena.