RIFORMA PENSIONI 2024, LE FAKE NEWS IN RETE
Mentre c’è chi in Rete alimenta fake news, come l’esistenza di differenti requisiti pensionistici in base alla regione di residenza, per cui vivere in alcune del Centro e del Sud consentirebbe di andare in quiescenza con 35 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, mentre altrove il requisito resterebbe di 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne), nel dibattito politico c’è chi sottolinea come la promessa della Premier Meloni al vertice Nato di Washington sul portare la spesa per la difesa al 2% del Pil finirà col richiedere tagli ad altre voci del bilancio pubblico, pensioni comprese. Su questa linea si muove il Movimento 5 Stelle, in particolare con il Senatore Ettore Licheri.
RIFORMA PENSIONI 2024, LE DIFFICOLTÀ A FAR QUADRARE I CONTI
Questi, infatti, ha ricordato come già ci sia difficoltà a far quadrare i conti e pertanto l’aumento della spesa per la difesa dovrebbe essere controbilanciato dalla riduzione di altre spese, in particolare per la sanità, la scuola e le pensioni. Del resto già negli ultimi anni si è agito nella direzione di limitare la spesa per la rivalutazione degli assegni e per le deroghe alla riforma pensioni della Fornero. Vedremo quale sarà la strada individuata dal Governo per mantenere fede all’impegno preso in sede Nato. In questo senso finora ci sono state le dichiarazioni del ministro della Difesa Crosetto, che ha evidenziato la necessità di escludere le spese per la difesa dai parametri che vengono monitorati nell’abito del Patto di stabilità e crescita per consentire anche all’Italia di aumentare questa voce del bilancio pubblico.
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