Giansanti risponde alle critiche su Mediterranea: “Fa il bene per le nostre imprese”
Massimiliano Giansanti – che poco più di un mese fa è stato rieletto presidente di Confagricoltura per un mandato – è intervenuto sulle pagine del Corriere per cercare di mettere (una volta per tutte) un freno alle polemiche sul progetto Mediterranea avviato con UnionFood e per ragione del futuro di un Italia che – ora più che mai – deve ritagliarsi un ruolo di prim’ordine nella ‘nuova’ UE. Il punto di partenza del colloquio con Giansanti è proprio Mediterranea, che ha raccolto – in particolare – le critiche da parte di Coldiretti che teme possa causare danni al settore agricolo italiano; con il presidente Confagricoltura che ci tiene subito a dirsi “dispiaciuto [per] questi attacchi”.
“Oggi più che mai – ragiona con il Corriere – il sistema dell’agrifood ha di fronte uno spazio di crescita importante” che secondo lui non si limita al “mercato domestico”, ma guarda “soprattutto [a quello] internazionale” e che rischia di essere compromesso dalle “divisioni”; sigle e associazioni – a suo dire – dovrebbero “lavorare per potenziare il sistema produttivo, valorizzando le nostre aziende”. Mediterranea in questo contesto – continua Giansanti – può essere un veicolo per incrementare “la crescita del nostro settore a beneficio, non solo delle multinazionali, ma di tutte le aziende”, dando seguito ad “alleanza e progetti condivisi” che sappiano fronteggiare “le sfide globali”.
Giansanti: “L’Italia in UE dovrebbe scegliere un commissario per l’Agricoltura forte”
Lasciando da parte critiche e polemiche a Mediterranea, Giansanti passa al ragionamento sulla nuova UE partendo della speranza che all’Italia “sia assegnato il ruolo che merita” visto che – di fatto – “siamo il terzo paese per importanza”: dal canto suo immagina “un giusto riconoscimento nelle deleghe della futura Commessione”; ma anche “una vicepresidenza significativa [e] un commissario all’Agricoltura forte”. Mentre – a livello generale – la nuova UE secondo Giansanti dovrebbe “evitare una proposta politica come quella della precedente Commissione” che valorizzava soprattutto “temi come il green deal” a discapito del “settore agricolo”; ipotizzando “un dialogo per costruire un modello condiviso che tenga conto degli agricoltori”.
Inoltre, secondo il presidente di Confagricoltura è importante anche lavorare per “una politica agricola con budget che vadano oltre lo 0,6% del Pil (..) al fine di garantire un giusto reddito agli agricoltori” senza ignorare – come ha più volto proposto lo stesso Giansanti – “la possibilità di ricorrere a strumenti di protezione dei mercati [e] alle barriere tariffarie” perché se “noi abbiamo standard estremamente elevati, non possiamo permetterci di favorire l’importazione di prodotti che non abbiano i medesimi standard”.