Omicidio nel carcere di Salerno: un uomo di origine magrebina ha ucciso un connazionale con una lametta, aggredendolo e poi sgozzandolo. L’uomo, compagno di cella della vittima, è stato bloccato dalla polizia penitenziaria e isolato. L’omicidio è avvenuto nella serata di giovedì ma il detenuto è morto solamente nella mattinata di oggi: come spiega Rai News, l’accoltellamento sarebbe arrivato al culmine di una lite tra i due uomini, all’interno della cella dove si trovavano, senza altre persone presenti. La vittima ha 30 anni mentre l’uccisore 24: l’arma del delitto sarebbe invece una lama ricavata da una lametta bic.
L’uomo magrebino accusato di aver ucciso il connazionale era in attesa di giudizio mentre la vittima avrebbe lasciato il penitenziario nel 2026: questa aveva problemi di deambulazione, come spiega Rai News. La lite che ha portato all’omicidio sarebbe nata da futili motivi, anche se la situazione è ancora in fase di ricostruzione. Il 30enne ferito è stato portato all’ospedale “Ruggi” di Salerno ma è arrivato già in gravi condizioni, dopo aver perso i sensi: dopo una notte trascorsa in rianimazione, è morto in mattinata.
30enne ucciso nel carcere di Salerno: la denuncia dei sindacati
Come spiega Rai News, il 30enne magrebino ucciso nel carcere di Salerno dal compagno di cella, si trovava lì per precedenti di spaccio e rapina ed era rinchiuso nella sezione “detenuti comuni”: sarebbe ucciso tra due anni. Il sindacato di polizia penitenziaria Uspp ha lanciato l’ennesimo grido di aiuto dopo quanto accaduto nel carcere campano: “È da tempo che denunciamo lo stato di abbandono: non abbiamo più parole per definire la confusione gestionale da parte di chi governa le carceri in Campania”.
Il penitenziario di Salerno, secondo il sindacato, è quello che ha il sovraffollamento più elevato in Regione oltre che una carenza di personale sulle 70 unità. Il segretario regionale del Sappe Tiziana Guacci ha sottolineato le parole dei colleghi, affermando che si registra un’inerzia da parte del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria: “Siamo molto preoccupati non solo per l’incolumità del personale di polizia penitenziaria ma della stessa utenza che vuole scontare la propria pena in maniera serena”, ha concluso.