STOCCARDA – Il mondo dei trasporti in Germania ha conosciuto tempi migliori. I treni continuano a essere poco affidabili, anche a causa dei molti cantieri aperti sulle linee ferroviarie. La nota astrofisica e youtuber Sabine Hossenfelder ha pubblicato un video in cui si rallegra (ironicamente) dei ritardi, pensando ai lavori di ammodernamento da cui sono causati. È notizia recente che la direttrice Francoforte-Mannheim, che collega il principale hub di Lufthansa al sud della Germania, resterà chiusa per diversi mesi: immaginiamo la felicità di Hossenfelder nell’apprendere la notizia.
Anche Lufthansa si trova ad affrontare sfide difficili (come se non bastasse l’acquisizione di ITA Airways). Come riportato da “der Spiegel”, il vettore ha infatti registrato una perdita operativa di 850 milioni di euro nel primo trimestre del 2024, attribuibile a diversi fattori. Il numero di voli è inferiore del 20% rispetto ai volumi pre-pandemici, mentre il numero di dipendenti è tornato sui livelli del 2019. Un aumento dei costi dovuti agli accordi di contrattazione collettiva fa scopa con un inasprimento della concorrenza sulle rotte più profittevoli, verso Asia e Stati Uniti. Il Ceo Carsten Spohr ha ammesso che “le cose non vanno come previsto,” prospettando misure di riduzione dei costi.
La galassia automotive deve fare i conti con una transizione termico-elettrica che procede più lentamente del previsto, con ripercussioni sulle vendite: secondo “Tagesschau”, Volkswagen ha fatto registrare un calo del fatturato del 5,2% nel secondo trimestre, mentre le vendite di Audi hanno subito una flessione dell’11,3%. A causa di una domanda per il modello elettrico Audi Q8 e-tron inferiore alle attese, la casa di Ingolstadt sta prendendo in considerazione una ristrutturazione della fabbrica di Bruxelles che ne ospita la produzione.
Anche le vendite di Mercedes-Benz sono in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2023, ma Ola Källenius non sembra particolarmente turbato dalla situazione. In una lunga intervista concessa a Sebastian Matthes (Handelsblatt), il Ceo della casa di Stoccarda ha ribadito la sua fiducia nella strategia di lungo periodo, che vede nel motore elettrico un punto di arrivo ormai inevitabile, per il semplice motivo che dispone di una superiore efficienza energetica. Nel medio periodo, non deve però mancare una “flessibilità tattica” in grado di cogliere le occasioni rimaste nel settore dei motori a combustione, sfruttando il prestigio del marchio nel segmento di lusso.
Come da copione, Källenius si dissocia dal protezionismo di matrice europea e ripropone il mantra della globalizzazione. Per il manager svedese, una sana dipendenza dalle catene logistiche globali e un assiduo presidio dei principali mercati internazionali sono elementi inevitabili e imprescindibili di ogni strategia che si rispetti. La Germania resta il baricentro di Mercedes, che continua a investire nelle tecnologie del futuro: elettrico, guida autonoma, intelligenza artificiale. L’atmosfera nelle “board rooms”, conclude Källenius, non è poi cosi male (tra un cocktail a Davos e una vacanza ad Aspen)…
Nel frattempo la linea rossa torna a dare segni di vita. La Nato intenderebbe schierare in Germania, a partire dal 2026, missili “Tomahawk” (con una portata fino a 2.500 km) e missili multifunzionali SM-6, oltre a nuove armi ipersoniche. La decisione intenderebbe proteggere i Paesi europei dalla minaccia costituita dai missili russi “Iskander” e “Kinchal”, dispiegati a Kaliningrad.
La delicata situazione geopolitica è stato dibattuta nel programma orchestrato dalla giornalista Maybrit Illner su ZDF, con Omid Nouripour (Verdi), Sahra Wagenknecht (BSW), Claus Kleber (giornalista), Claudia Major (esperta di difesa), Ben Hodges (ex Generale Usa). Secondo Wagenknecht (esponente di un partito comunista staccatosi dalle costole di “die Linke”), americani e russi stanno giocando una partita pericolosa sul continente europeo, che dovrebbe imparare a difendere i propri interessi. Il mondo sarebbe vicino a una guerra nucleare, come e più che durante la crisi dei missili cubani.
Come la vedono gli esperti? Claudia Major ritiene che la Russia non abbia un reale interesse a cercare una soluzione pacifica. Hodges non pensa affatto che ci sia un rischio concreto di guerra nucleare: secondo l’ex generale Usa, infatti, la Russia di oggi è molto più debole dell’Urss del 1961. Probabilmente i russi non sono d’accordo e non accettano di essere relegati al ruolo di “potenza regionale”. Un disaccordo sulla percezione dei rapporti di forza relativi che potrebbe essere una delle ragioni alla base del conflitto in essere.
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