PROCACCINI (FDI-ECR): “AVREMMO VOTATO VON DER LEYEN MA NON POSSIAMO CONDIVIDERE PROGRAMMA E SQUADRA”
«Noi come ECR avremmo votato volentieri Von der Leyen se avesse scelto una proposta politica affine ai nostri principi, non l’abbiamo votata perché ha fatto altra scelta che noi contestiamo sul piano politico»: parla il capogruppo e co-presidente dei Conservatori Europei Nicola Procaccini, ospite dell’ultima puntata stagionale di “Quarta Repubblica” su Rete 4. Pochi giorni dopo il mandato bis ottenuto dalla Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, con un Centrodestra in tumulto per il voto di Forza Italia con Pd e Verdi, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha mantenuto la promessa in campagna elettorale di non votare la leader del PPE con però la conseguenza di un possibile “raffreddamento” dei rapporti tra Italia e Bruxelles.
«Il fatto di scegliere come compagni di viaggio una realtà di sinistra, anche estrema, non ci ha permesso di votare la Von der Leyen», ha spiegato ancora Procaccini sottolineando come in realtà il dialogo tra Roma e la Commissione non si fermerà e anzi, potrà solo che progredire. «Siamo una destra di governo rispettata, siamo moderati nei toni ma inflessibili sui principi. La proposta politica della Von der Leyen è una proposta che non condividiamo», spiega l’eurodeputato FdI rispondendo alle critiche sul posizionamento della Presidente del Consiglio alla guida di ECR.
“MELONI E VON DER LEYEN, ECCO COME SARÀ IL RAPPORTO D’ORA IN POI”: PARLA IL COORDINATORE PROCACCINI
Secondo Procaccini resta piuttosto inquietante che la “nuova” Commissione Ue sia nata nel tentativo di creare un “cordone sanitario” – contestato a “Quarta Repubblica” anche dal generale Roberto Vannacci, eletto nelle file della Lega – contro le destre come ECR, Patrioti e sovranità. «Il fatto che esiste un cordone sanitario, definendo “malato” chi ha un’opinione politica diversa, è inquietante, è un abominio della democrazia», attacca il coordinatore e capogruppo FdI.
Secondo l’eurodeputato, Meloni ha e avrà un rapporto corretto con Von der Leyen, dicendole quello che pensa anche sulle prossime strategie e dossier: «noi non condividiamo questo programma e questa Commissione ma contiamo di riuscire a modificare l’indirizzo dell’Ue come avvenuto a fine della scorsa Legislatura». L’intero Green Deal non sarà riproponibile, secondo Procaccini, in quanto sono cambiati i Commissari che vengono nominati dai Governi che sono in maggioranza di Centrodestra oggi rispetto a 5 anni fa. Di fatto, aggiunge, «Il Parlamento Ue ha numeri che rendono impossibili le euro-follie green».
La lettura che fa Nicola Procaccini è di fatto molto schietta: al netto delle promesse di dialogo anche con ECR, «Von der Leyen ha cercato in maniera cinica i voti dei Verdi e non so quanto riuscirà a mantenere quelle promesse». Arriva infatti a scegliere una realtà di sinistra anche radicale «ci ha posto fuori dalla possibilità di condividere il progetto»: questo però non impedisce, conclude Procaccini, il continuare un dialogo tra le due leader europee. «Quando entreremo nel merito delle singole proposte io sono convinto che faremo la differenza come Conservatori, esattamente come Meloni la sta facendo in Consiglio Ue dove è tutt’altro che isolata»: una prova di ciò, sottolinea il capogruppo FdI, è che già Von der Leyen negli ultimi 6 mesi ha virato il proprio indirizzo politico avvicinandosi alla linea di Meloni su migranti e sul Green Deal.