Igor il russo sta scontando ll’ergastolo nel carcere di Huelva, ma prima di diventare un serial killer, l’ultimo in Europa, e di finire al centro di una caccia all’uomo a livello continentale, era passato da Milano. Questo è ciò che emerge dalle carte dell’inchiesta chiusa ormai da tempo: a sette anni dalla cattura di Norbert Feher, questo il suo vero nome, si scopre che frequentava il bar “Cin cin” in corso Buenos Aires e il locale “Il Gladiatore”, frequentava la discoteca di un egiziano a Cologno Monzese e le prostitute marocchine.
Il 43enne, che ha lasciato una scia di sangue dall’Italia alla Spagna, uccidendo un barista, una guardia ecologica, un pastore e due agenti della guardia civile, era dunque un ospite fisso a Milano prima di diventare un serial killer. L’inchiesta, come ricostruito dal Corriere della Sera, aveva approfondito mondi vari per ricostruire la figura di Igor il russo, dalle reti della droga alle rotte dei migranti.
Una escort di nazionalità marocchina al quotidiano ricorda che nell’estate 2017, quella della caccia all’uomo, venivano chieste informazioni a chi viveva la strada e pure sulle chat WhatsApp delle prostitute venne veicolato l’allerta. «Lui era fissato con noi marocchine», ma racconta anche degli incontri nei bar di corso Buenos Aires a Milano, in piazza Argentina, a piazzale Loreto e viale Monza. «Offriva da bere, ma subito iniziava a tirare sul prezzo oppure chiamava degli amici che avevano contatti negli hotel a una e due stelle per avere camere gratis… Chi c’è andata ricorda di uno tranquillo, parlava poco», aggiunge l’escort.
GLI AFFARI CRIMINALI DI IGOR IL RUSSO E LA STORIA DELL’APPELLATIVO
Ma il legame tra Igor il russo e il Marocco riguardava anche gli affari con i nordafricani per la droga. Una fonte dei carabinieri ha rivelato che Norbert Feher faceva anche il corriere della droga in Spagna per guadagnarsi da vivere. I militari dell’Arma hanno scoperto anche che a Milano il serial killer aveva incontrato marocchini in zona San Siro e viale Certosa.
Nel primo caso, pernottava in un hotel che è rimasto ignoto, invece per quanto riguarda l’altra zona, si intratteneva «in bar di arabi per fumare il narghilè» come in corso Buenos Aires. L’ex compagno di cella di Igor il russo, prima che venisse arrestato per gli omicidi, ha rivelato al Corriere che agganciava albanesi e serbi per questioni di droga anche se non aveva contatti con quella zona, nonostante le sue origini.
Infatti, in Serbia era rimasto fino all’adolescenza, poi era finito in carcere per aver violentato sessualmente una ragazza, evadendo e finendo così a Milano e in Emilia-Romagna, dove ha poi commesso gli omicidi che riguardano l’Italia. Per quanto riguarda il suo appellativo, Igor il russo si fa chiamare così perché avrebbe combattuto nelle forze speciali russe prima di disertare, ma le cose non starebbero così.
I criminologi hanno concluso che è un killer che uccide per il gusto di farlo, con la passione per la Bibbia e il sogno di riuscire a collezionare mille Tamagotchi, il gioco popolare negli anni ’90 che conservava in uno degli zaini durante la sua fuga, mentre aveva lasciato quella per il fumo, visto che altrimenti non avrebbe avuto il fiato per allenarsi.