Macron cerca di sfruttare l’occasione per prendere tempo sulla formazione del governo e per rifarsi una immagine. Ma le Olimpiadi, spiega Francesco De Remigis, giornalista per anni corrispondente da Parigi, stanno scontentando molti: i titolari di alcune attività commerciali messi nelle condizioni di non disporre dei loro dipendenti, ma anche avvocati e professionisti a cui è stato negato l’uso dell’auto in certe zone. Molti parigini avrebbero anche abbandonato la città per evitare i disagi. Per dare una immagine senza problemi di Parigi sono stati allontanati i clochard. E non solo loro. C’è un problema anche per l’uso del velo per le musulmane: il ministro dello Sport lo ha proibito, creando qualche problema anche ad atleti francesi.
Mancano ormai poche ore all’inizio delle Olimpiadi. I francesi vedono i Giochi come un’opportunità, si godono l’eccezionalità dell’evento oppure prevalgono altre valutazioni, magari anche la paura degli attentati?
C’è attenzione soprattutto per la parata inaugurale sulla Senna di domani pomeriggio. Un francese su due avrebbe preferito un’altra location, per l’avvio. Nel complesso, sono stati sventati già quattro potenziali attentati da inizio luglio, che avrebbero interessato le Olimpiadi. Non si registra quindi grande entusiasmo, se non dalla politica. Forse un po’ di giubilo dai cittadini c’è stato nel giorno del tuffo della sindaca nella Senna, per dimostrare che è diventata balneabile e che sarà fruibile per tutti dall’anno prossimo. Ma anche lì le incognite sono legate al maltempo: quando piove molto i livelli batteriologici si alzano e il prefetto interviene.
Non sempre le Olimpiadi in passato si sono rivelate un affare dal punto di vista economico. Quanto pesa una manifestazione del genere per la Francia? Il ritorno economico è un tema del dibattito sui Giochi?
Non mi pare si sia parlato granché di questo. Anzi, si sommano le lamentele per i disagi, anche da parte di chi avrebbe dovuto beneficiare del flusso di turisti, e penso soprattutto ai commercianti e ai ristoratori, per cui è stato infatti previsto un indennizzo. È chiaro che se andrà tutto bene il ritorno d’immagine pagherà l’azzardo, ma i disagi legati alle restrizioni sono enormi. Resta il malcontento di molti parigini per la difficoltà di muoversi, e per la severità con cui sono stati assegnati i QR Code per passeggiare intorno alla Senna e al perimetro olimpico. Sono stati lasciati fuori anche moltissimi operatori. Bastava un piccolo precedente penale per essere esclusi, hanno lamentato alcuni negozi che avevano commessi e commesse assunti e che per tre settimane li hanno sostanzialmente lasciati a casa. Idem per molti camerieri. Poi c’è il tema del limitato accesso delle auto. Avvocati e professionisti sono imbufaliti. Ma alla fine certi alzano le spalle e vanno avanti. O in vacanza.
Come è cambiata Parigi per prepararsi all’evento? Quanto è differente da quella che solitamente può vedere un turista o un residente?
È divisa da nord a sud da una sorta di muro di transenne. Ci sono tre fermate della metro chiuse, alcune anche della Rer, le linee che portano dalla periferia alla città, e si sta sperimentando un ticket a 4 euro. In un perimetro di 6 km, domani ci saranno circa 313mila spettatori tra tribune e ponti. Migliaia di parigini hanno già deciso di lasciare la capitale per le Olimpiadi. Problemi che si sommano al rischio terrorismo islamico.
È vero che sono stati allontanati i senzatetto o persone che potevano dare una immagine della città diversa da quella di assoluta efficienza che si vuole dare?
Sì, in vari punti della città. In questi anni la sindaca non ha trovato soluzioni adeguate. Per dire, c’è un quartiere di Parigi che è stato ribattezzato “Stalincrack”, la più grande piazza di spaccio d’Europa. Ed è nel cuore della città. Questa e altre zone sono state per così dire bonificate, almeno parzialmente. E molti clochard assegnati ad alloggi provvisori, quasi un migliaio gli immigrati sgomberati nel complesso e trasferiti fuori città.
Per garantire la sicurezza sono stati presi provvedimenti particolari, anche restrittivi nei confronti di chi viene considerato pericoloso?
A 5mila persone è stato vietato di partecipare alla festa, mille gli esclusi sospettati di spionaggio e ingerenza. Tra loro pure alcuni atleti, russi in primis. In strada ci saranno oltre ai 45mila agenti francesi, più 1.800 rinforzi “stranieri” da una quarantina di Paesi, 007 esclusi. Fanno la spola fra stazioni, aeroporti e le 39 aree olimpiche. In campo anche gli esperti anti-droni, uno dei pericoli dal cielo messo in luce dal premier Attal. Se ne bloccano 6 al giorno, ha detto. Poi artificieri in azione, cani molecolari, sommozzatori. Ma non preoccupa solo Parigi. Controlli anche a Nizza, Tolosa, Bordeaux, Perpignan. E nelle catacombe.
Le Olimpiadi sono anche un argomento del dibattito politico? Macron vuole sfruttare l’occasione per riguadagnare punti di fronte all’elettorato? O sono anche sfruttate per mettere da parte per il momento i problemi legati alla formazione del nuovo governo?
Possiamo dire che le sta usando per superare l’estate e arrivare a settembre senza un governo nelle sue piene funzioni. Nel mentre, sfidare i partiti, compreso il suo che ormai si è affrancato molto dai suoi ordini, a trovare una soluzione di compromesso molto simile alla maggioranza Ursula che c’è in Europa, isolando così estrema sinistra ed estrema destra. Ma al momento le risposte sono discordanti. Resta un esecutivo “a tempo” almeno fino a metà agosto, ma credo fino a settembre inoltrato, quando saranno concluse anche le Paralimpiadi.
Amnesty ha rilanciato una polemica per il divieto del ministro dello Sport di usare il velo per le donne musulmane. Mentre un deputato di France Insoumise ha detto che gli atleti israeliani non sono benvenuti. I Giochi sono anche la cassa di risonanza per riproporre questioni sempre aperte nella società francese?
La questione della laicità è una bandiera della Macronie, afflitta da svariati problemi nelle scuole e nello sport su questo dossier. Dunque, un segnale ha voluto darlo. Chi rappresenta lo Stato segue le sue regole, altrimenti è fuori. Come gli islamisti dalle scuole. Poi ieri la ministra ha evocato un “atteggiamento positivo e costruttivo” e “soluzioni creative”, vedremo come ne uscirà. La ministra dello Sport, Oudéa-Castéra e il presidente del Comitato olimpico d’oltralpe stanno cercando una soluzione al fotofinish sul caso della velocista dei Bleus, Sounkamba Sylla, a cui è stato vietato di indossare il velo per la cerimonia inaugurale sulla Senna. “Quando i nostri atleti rappresentano l’Équipe de France”, ha ricordato la ministra, “incarnano il principio di neutralità e non possono ostentare simboli religiosi o politici”. Non è una visione personale, o la volontà del governo, ma il quadro giuridico stabilito dalla Costituzione.
(Paolo Rossetti)
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