Il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha parlato con l’agenzia di stampa Ansa toccando vari argomenti fra cui il prossimo portafoglio dell’Italia che sarà assegnato al commissario europeo Agli Affari economici dell’Ue Gentiloni. Per l’esponente leghista è scattata la richiesta dei nominativi, sottolineando il fatto che l’Italia sia uno dei grandi Paesi fondatori dell’Unione Europea, di conseguenza “ha diritto ad avere una posizione importante”.
Proprio per questo Giancarlo Giorgetti chiede “portafogli economici” per il proprio Paese e riconfermare quello che ora è di Gentiloni la ritiene una ipotesi “improbabile”. Il ministro del tesoro chiede quindi di più per la propria nazione, e la riflessione arriva a margine del G20 che si tiene in questi giorni in Brasile, in quel di Rio De Janeiro.
GIORGETTI: “L’ITALIA AVEVA PRESENZE SIGNIFICATIVE…”
Giorgetti ha aggiunto che fino a pochi mesi l’Italia poteva godere di “presenze significative” sia a livello di parlamento europeo che di commissione, per quanto riguarda la materia economica, ma ora in Parlamento “si è persa”, e in Commissione succederà lo stesso, anche se vi sono comunque delle discussioni incorso.
Durante la chiacchierata con l’agenzia Ansa, Giancarlo Giorgetti ha poi invitato l’Unione Europea a darsi una chiara rotta se vuole dire la sua dal punto di vista economico e politico, alla luce delle profonde “geotrasformazioni” che stanno interessando il mondo negli ultimi anni, leggasi lo scoppio della guerra in Ucraina, ma anche il conflitto in Medioriente, la posizione della Cina, sempre più vicina alla Russia, e l’incognita Stati Uniti, il cui destino deriverà dal prossimo presidente eletto, con la possibilità di un forte protezionismo nel caso in cui alla fine dovesse vincere Donald Trump.
GIORGETTI: “NELL’UE MANCA UNA GOVERNANCE PRECISA…”
A riguardo Giorgetti ha tirato le orecchie all’Ue per l’eccessiva lentezza e burocrazia, paragonando la costituzione della commissione europea ad un parto, visto che ci vogliono nove mesi, con i vari organi che faticano a trovare una “governance precisa”. Le ultime parole di Giorgetti sono state sulla tassa per i super ricchi, l’introduzione di una normativa per una sovrattassa sui miliardari, a cui l’esponente della Lega si è detto favorevole ma non sarà affatto semplice arrivare ad una quadra.
Giorgetti ha infatti spiegato che prima bisognerebbe introdurre una supertassa sulle multinazionali, a cui però si oppongono India, Cina, Australia e Stati Uniti. “mi sembra evidente che manchi la base imponibile”, ha aggiunto il ministro dell’economica italiana che poi ha ricordato il piano Mattei, il progetto di collaborazione fra il BelPaese e l’Africa, di cui, ha spiegato ancora Giorgetti, se ne è già parlato con la Banca Mondiale, la World Bank, sottolineando l’interesse “su quei tre o quattro Paesi su cui intervenire”.