ANDREA STIVAL, QUELL’ACCUSA INFAMANTE DI OMICIDIO
Nel caso Lorys Stival, al centro oggi della puntata di “Delitti in famiglia” riproposta su Rai 3 alle ore 23:45, è stato coinvolto suo malgrado anche il nonno Andrea. Tra le tante versioni fornite dalla mamma della vittima dell’omicidio di Santa Croce Camerina (Ragusa), condannata in via definitiva a 30 anni di reclusione, ce n’è stata una in cui viene tirato in ballo appunto il nonno del bambino di 8 anni.
Due anni dopo il delitto la donna, che si era inizialmente dichiarata innocente e che poi è stata riconosciuta colpevole dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere, riferì che era stato il nonno paterno ad ammazzare il bambino, rivelando che aveva avuto una relazione clandestina con il suocero, scoperta dal bambino che avrebbe minacciato di raccontare tutto al padre.
Questo, secondo la mamma di Lorys Stival, il motivo per il quale il nonno lo avrebbe strangolato con un cavo elettrico, mentre lei avrebbe stretto le fascette prima di disfarsi del cadavere nel canalone. Veronica Panarello raccontò anche di non aver mai raccontato prima tutto ciò per paura di ritorsioni del suocero sull’altro bambino, il fratello minore Diego.
“CALUNNIA VERONICA PANARELLO? UN DANNO INQUANTIFICABILE”
Queste accuse sono state respinte in toto da Andrea Stival, che poi fu scagionato e passò al contrattacco: il nonno del piccolo Lorys, infatti, ha querelato la nuora per le calunnie nei suoi confronti. Infatti, Veronica Panarello è stata anche condannata per calunnia ai danni del suocero: la condanna a 2 anni di carcere per questo reato fu confermata anche in appello nell’ottobre scorso.
L’avvocato Francesco Biazzo nel corso dell’iter processuale parlò di «un danno inquantificabile» arrecato al suo assistito, il nonno della vittima, in quanto quella versione ha leso l’onorabilità di Andrea Stival, sulla cui estraneità non vi è dubbio, in quanto l’attività degli inquirenti e dei pm, come emerso dalle sentenze definitive, hanno smontato ogni accusa o indizio che potesse collegare il nonno di Lorys Stival all’omicidio, infatti la sua posizione venne archiviata e fu lo stesso giudice del tribunale di Ragusa, in primo grado, a trasmettere gli atti in procura per il procedimento per calunnia, che si è concluso appunto con la condanna.