Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in occasione della commemorazione dell’anniversario della strage alla stazione Bologna, alla quale partecipa in rappresentanza del Governo, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ribadisce le responsabilità degli estremisti neofascisti e l’importanza dell’antifascismo come valore da preservare e condividere. L’intervento, pubblicato anche sulla pagina ufficiale del Viminale sui social, sottolinea: “Anche quest’anno sono a Bologna per rappresentare il Governo in occasione della commemorazione della strage del 2 agosto 1980. La matrice neofascista è un fatto accertato da sentenze definitive che nessuno può mettere in discussione“.
Piantedosi ha anche dichiarato, in riferimento alle polemiche dello scorso anno riguardo alla mancanza di una chiara condanna da parte di esponenti del governo: “La condanna giudiziaria di persone che si definivano orgogliosamente neofasciste non lascia equivoci“, e aggiunge: “Il rischio di un ritorno in Italia di un regime di stampo fascista è pari a zero. Nessun partito politico in Parlamento è nemmeno lontanamente assimilabile al fascismo“.
Piantedosi: “Totale intransigenza verso la violenza politica di estrema destra e antisemitismo”
Matteo Piantedosi, intervistato dal Corriere della Sera in merito alla commemorazione della strage di Bologna, ha parlato anche dell’atteggiamento che il Governo intende mantenere nei confronti dei neofascisti, soprattutto alla luce degli ultimi episodi di violenza, compiuti da estremisti di destra, come ad esempio l’aggressione al giornalista Andrea Joly: “È un atto gravissimo. Per questo ringrazio la questura di Torino che è riuscita a individuare in brevissimo tempo gli aggressori. Ora è tutto nelle mani della magistratura. La nostra linea è quella dell’intransigenza totale verso chi utilizza la violenza politica“.
Così come il ministro dichiara la totale intransigenza anche nei confronti delle manifestazioni di antisemitismo, aumentate soprattutto nell’ultimo periodo: “È vero, da tempo c’è un aumento delle manifestazioni legate al conflitto israelopalestinese con una radicalizzazione delle posizioni. Ho detto più volte che c’è sicuramente stato un rigurgito antisemita, sovente mascherato da posizioni critiche contro Israele“. E conclude con una rassicurazione a Liliana Segre, che si era chiesta pubblicamente se dovesse tornare ad avere paura: “Né la senatrice Segre né nessun altro dovranno mai avere paura. Perché lei rappresenta per gli italiani una icona della democrazia e della lotta contro ogni forma di discriminazione e intolleranza“.