Chiesta l’archiviazione per il caso relativo alla morte di Patrizia Nettis, trovata impiccata nel giugno dell’anno scorso nella sua abitazione a Fasano. Sulle cause del decesso non ci sono dubbi per la procura di Brindisi: si tratta di suicidio. Questa la conclusione a cui è arrivato il pubblico ministero, che ha depositato un faldone con tutto ciò che è stato raccolto nelle indagini.
Per la famiglia della giornalista, che lavorava nel Comune di Fasano, l’inchiesta «sarà sempre approssimativa», in quanto mancano alcuni elementi. I genitori della giornalista citano come esempi la mancanza dell’autopsia e gli approfondimenti scientifici sui vestiti e il luogo, inoltre l’ambiente non sarebbe stato né preservato né esaminato.
IL MISTERO DELLE CHAT E DELLE MINACCE
Nell’inchiesta c’era un solo indagato: si tratta di un imprenditore accusato di istigazione al suicidio e stalking, invece il sindaco Francesco Zaccaria è stato ascoltato come persona informata sui fatti. Sono i due che in tempi diversi avevano avuto una relazione con Patrizia Nettis e che poche ore prima della morte avevano provato ad avere un confronto a tre, ma in maniera così brusca che quando la donna tornò a casa, i vicini di casa la sentirono urlare di notte: «Mi hai rovinato la vita».
I due uomini in chat per oltre due ore si sono scambiati, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, circa 400 messaggi ricchi di espressioni sessiste e minacce contro la donna. L’imprenditore aveva parlato di una «punizione esemplare».
LA FAMIGLIA DI PATRIZIA NETTIS NON CREDE AL SUICIDIO
La famiglia di Patrizia Nettis sperava nella riesumazione della salma affinché venisse effettuata l’autopsia, nella convinzione che questo esame avrebbe fornito elementi in grado di poter smentire la pista del suicidio, a cui non hanno mai creduto, non solo per la personalità della figlia, ma anche perché stava preparando un’intervista a Pippo Inzaghi prevista nei giorni successivi.
Peraltro, poco tempo prima di morire aveva ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato. Neppure l’analisi del computer della giornalista, trovato nell’armadietto dell’ufficio dopo che non era stato individuato in una prima perquisizione, ha fornito elementi per dare una svolta all’indagine.
L’avvocato Giuseppe Castellaneta, legale della famiglia di Patrizia Nettis, ha spiegato all’Ansa che acquisirà il fascicolo per verificare tutta l’attività svolta dalla procura e individuare eventuali carenze e lacune, al fine di valutare se depositare un atto di opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal pm.