LE GRAVI ACCUSE DEGLI EX MEMBRI OPUS DEI CONTRO L’OPERA DI SAN ESCRIVÀ: “MANIPOLAZIONI, CILICIO, RECLUTAMENTO E…”
Non è la prima volta che a livello internazionale si alzano “polveroni” su alcune pratiche (presunte) utilizzate dal movimento ecclesiastico cattolico dell’Opus Dei, “l’Opera di Dio” fondata da San Josemaria Escrivà il 2 ottobre 1928: le polemiche però sollevate dal “Financial Times” lo scorso 31 luglio in un lungo reportage portano alla luce alcune testimonianze di ex membri dell’Opus Dei che denunciano alcuni gravi comportamenti tenuti in diverse aree dell’organizzazione conservatrice. Reclutamento di ragazzine e bambini, manipolazioni – alle volte con l’uso del cilicio – e regole del Vaticano violate, specie dopo i precedenti scandali emersi negli scorsi anni: di questo viene accusata l’istituzione gerarchica della Chiesa gestita oggi dal prelato Mons. Fernando Ocariz.
Il presunto arruolamento, denunciano alcuni ex membri al Financial Times, avverrebbe in Paesi poveri in Africa o in America Latina, così come in alcune aree dell’Europa: secondo la tesi accusatoria, l’Opus Dei si servirebbe di programmi sportivi, scuole e associazioni per “attirare” nuovi membri anche tra i giovanissimi, contravvenendo alla regola della Santa Sede di non poter affiliare nuovi componenti sotto i 18 anni. Secondo l’accusa in sostanza, la Prelatura avrebbe negli ultimi 40 anni reclutato giovanissime donne per mansioni da lavoratrici domestiche, così come tramite un «rigido controllo psicologico» avrebbe portato molti minori alla mortificazione e alla penitenza con l’uso del cilicio (una particolare cintura molto spessa che se indossata provoca costante dolore per una sorta di “penitenza” dei propri peccati).
«I ragazzi di 14 anni e mezzo o più possono diventare ‘candidati junior’ scrivendo una lettera al capo dell’Opus Dei richiedendo l’ammissione», si legge tra le testimonianze filtrate negli anni dal FT da fonti dirette ex Opus Dei. «Tutto viene fatto con un piano di reclutamento», racconta ancora un ex membro che vuole rimanere nell’anonimato per paura di ritorsioni, «L’età ideale in cui fanno pressione è intorno ai 14 anni e mezzo. Prendono di mira le persone deboli, le persone che hanno bisogno di qualcosa». Secondo l’accusa contro l’Opus Dei, alcuni responsabili dell’organizzazione farebbero pressioni per far sentire i minori neo affiliati come parte di un gruppo, ma è poi con disciplina e pratiche di pentimento e mortificazioni corporali che si cercherebbe di manipolare le giovani menti. Sono accuse gravissime, specie per quanto riportato da un altro ex membro al “Financial Times” (e tradotto poi da “Repubblica”): «il reclutamento dei minori è stato non solo costante, ma anche intenso, pianificato, abusivo e senza vergogna. Cominciano con l’invito di pregare insieme, poi passano alle manipolazioni, quindi esortano a umiliarsi con una cintura di spine e a frustarsi, alla fine sei nelle loro mani».
LA REPLICA DELL’OPUS DEI AGLI ARTICOLI DEL “FINANCIAL TIMES”: “TRISTEZZA PER CHI VIVE FATICHE MA RESPINGIAMO LE MANIPOLAZIONI”
A differenza di altri passati scandali più o meno verificati contro l’Opus Dei, questa volta l’organizzazione fondata da San Escrivà interviene direttamente con un lungo comunicato in risposta a quanto emerso sul Financial Times appena pochi giorni prima. Nello specifico, commentando il rapporto con diverse testimonianze di presunti ex membri dell’Opera di Dio, affermano di essere molto rattristati «quando ascoltiamo le preoccupazioni espresse da persone che hanno fatto parte dell’Opera e continuiamo ad ascoltare e ad imparare dalle esperienze di ciascuna di loro».
Procedure particolari, protocolli di intesa con la Chiesa e nuove regole per impedire qualsiasi tipo di potenziale abuso è stato messo in campo dall’Opus Dei in modo che «nostro lavoro di apostolato e di discernimento vocazionale con i giovani sia sempre svolto in un contesto chiaro di libertà e di autorealizzazione». In questo senso, l’Opus Dei respinge completamente e «totalmente» l’accusa di aver manipolato volutamente dei minorenni: la prova di questo sarebbero i tanti giovani che hanno cominciato il cammino vocazionale e che poi hanno abbandonato tale vocazione, «rimangono comunque successivamente in contatto con l’Opera e con le nostre attività formative».
Su alcune testimonianze già erano state svolte indagini interne della Prelatura dell’Opus Dei contro eventuali comportamenti non idonei di alcuni propri membri, ma sono diverse le precisazioni fornite dal movimento in merito agli articoli del Financial Times: sulle attività di formazione spirituale, è vero che vi sono molte iniziative con il coinvolgimento dei giovani, atte a «vivere il messaggio cristiano nella loro vita quotidiana», ma sempre tramite «coinvolgimento e l’approvazione dei genitori, e sono progettate per incoraggiare i giovani ad apprendere e a praticare la loro fede». Secondo l’Opus Dei, l’obiettivo n.1 con i giovani è quello di educare e responsabilizzarli affinché possano scegliere «i propri percorsi e desideriamo essere completamente trasparenti riguardo alle alternative vocazionali a loro disposizione nella Chiesa». Citando la prossima canonizzazione del beato Carlo Acutis, giovanissimo testimone di fede morto a soli 15 anni, l’Opus Dei respinge la critica di manipolare giovanissimi: «cercare di acquisire una fede profonda fin dalla giovane età non è una novità». È vero che il limite posto dalla Chiesa nel 1982 è quello di 18 anni minimi per un impegno formale completo nei movimenti, ma viene ribadito come «I giovani che sentono una chiamata a discernere una vocazione all’Opus Dei possono diventare “aspiranti” se hanno più di 14 anni e mezzo, ma solo a condizione di avere il consenso espresso dei genitori». Non si tratta insomma di membri dell’Opus Dei sotto i 18 anni, benchè questi giovani – conclude il comunicato dell’Opera di Dio – «ricevono l’aiuto spirituale e pastorale dell’Opus Dei, adattato alla loro età, affinché possano praticare in modo solido la loro fede cristiana». Le accuse vengono prese sul serio, commenta l’Opus Dei, aperti ad ascoltare tutto e tutti, ma viene respinto l’aspetto di manipolazione e reclutamento per come è stato descritto dagli ex membri sul Financial Times.