La giornata era cominciata male per i mercati finanziari, dopo il tonfo registrato dalla Borsa di Tokyo, alla chiusura si può confermare che una tempesta ha travolto le borse di tutto il mondo in questo primo lunedì di agosto. Milano in testa ai ribassi della chiusura borse: più volte è andata in rosso del 4%, a fine giornata il listino di Piazza Affari si è fermato al 2,26%. Quindi, nel finale ha arginato una parte delle perdite, mentre Francoforte ha lasciato 1,81% e Londra il 2,04%.
Milano ha fatto anche leggermente peggio dell’indice europeo: infatti, Stoxx 600 ha chiuso in calo del 2,1%. Sono andati bruciati altri 15 miliardi di euro di capitalizzazione, quindi arriva a quasi 55 miliardi di euro il totale delle perdite registrate dalla Borsa di Milano in tre sedute.
In realtà, la chiusura borse era destinata a essere peggiore, in virtù dei segnali arrivati nel primo pomeriggio, ma i dati arrivati da Wall Street, meno negativi di quanto ci si aspettasse, hanno frenato la caduta dei mercati finanziari. Il Nasdaq ha viaggiato con un ribasso del 3,5% dopo la picchiata del 6% in apertura, invece il Dow Jones ha limitato le perdite con il suo 2,9%.
Questo lunedì nero è la terza seduta in rosso iniziata giovedì. Di fatto, Milano ha perso oltre il 7% rispetto a mercoledì sera, discorso simile per i maggiori listini europei e americani. Va tenuto anche conto del fatto che da mesi le grandi borse mondiali sono caratterizzate da rialzi, quindi una correzione appare prevedibile, ma è da capire di quale portata possa essere.
CHIUSURA BORSE, SI SALVA SOLO LEONARDO A MILANO
Per comprendere come la tensione sia alta sui listini basta guardare l’indicatore di volatilità delle azioni Usa, chiamato indice Vix che è noto come l’indicatore della paura: durante la giornata ha superato la soglia dei 55 punti, arrivando al livello più alto da ottobre di quattro anni fa. Per quanto riguarda Piazza Affari, l’unico titolo positivo a Milano in chiusura borse è quello di Leonardo, che ha avuto una variazione minima.
Tutti i settori sono stati colpiti dalle vendite, anche le banche: Unicredit e Intesa hanno perso il 3% circa alla chiusura borse, Mps dopo un inizio a -6% ha dimezzato il tonfo chiudendo al 3%. Invece, a crescere è lo spread, che ha superato quota 138 punti base, invece il Btp a dieci anni ha fatto registrare un rendimento al 3,60%.
FED, PRESSING PER TAGLIO DEI TASSI DI INTERESSE
I listini sono in fibrillazione per i timori che riguardano lo stato di “salute” dell’economia americana, visto che i dati sul mercato del lavoro di venerdì non hanno rispettato le aspettative, facendo registrare una frenata congiunturale. Il dato sull’indice Ism non manifatturiero, in miglioramento a luglio grazie all’incremento di ordini e occupazione, ha fatto allentare i timori di una recessione forte, ma gli occhi saranno puntati sulla Fed e sul taglio dei tassi, ritenuto a maggior ragione urgente. La Fed, comunque, ha margine per abbassare i tassi di interesse, aiutando l’attività economica e gli asset rischiosi.
CHIUSURA BORSE KO, OCCHI PUNTATI IN ASIA
Dopo la chiusura borse, c’è attenzione anche su quanto succede in Giappone, dove la Banca centrale ha cominciato ad aumentare i tassi di interesse (ma dovrebbero comunque restare più bassi rispetto al resto del mondo), causando il rialzo dello yen e lo stop degli acquisti di titoli americani finanziati con la valuta nipponica, un fattore che ha avuto un suo ruolo nell’amplificare la caduta della Borsa Usa. Uno yen forte penalizza anche le grandi aziende nazionali, che hanno una tradizione esportatrice, anche per questo è crollato il listino di Tokyo.