SCANDALO PLANNED PARENTHOOD SUI DEM USA: VIDEO METTE IN IMBARAZZO KAMALA HARRIS PER LA CLINICA CHE VENDEVA ILLEGALMENTE ORGANI DI FETI ABORTITI
Da Planned Parenthood all’aborto, passando per la vendita illegale di organi di feti morti: c’è un po’ di tutto nell’ultimo scandalo che sta coinvolgendo negli States la candidata dem Kamala Harris, prossima alla nomination ufficiale per la corsa alla Casa Bianca. Non è una novità che la vicepresidente e in generale larga parte del Partito Democratico Usa siano sostenitori convinti pro-aborto, vicenda che negli Stati Uniti è tutt’altro che un “mero” confronto di opposte idee etico-morali: contro Trump e contro la sentenza della Corte Suprema Usa del 2022 che ha rimandato alle legislazioni dei singoli Stati il “diritto all’aborto”, l’impegno del ticket Biden-Harris prima del ritiro del Presidente americano era quello di ripristinare con una legge del Congresso l’antica Roe vs Wade.
Ebbene, su Kamala Harris pesa una vicenda lontana nel tempo – targata anno 2015 – quando ancora procuratrice della California, riemersa però in questi giorni con un video pubblicato dal Center for Medical Progress e ripresa dal New York Post e da diverse associazioni pro-life: la leader dem è accusata di aver nascosto video e prove che una clinica legata a Planned Parenthood (potente fondazione pro-choice sviluppata in tutti gli Stati Uniti) avrebbe venduto illegalmente organi di feti appena abortiti. In particolare, un attivista pro-life, tal David Daleiden, da ben 9 anni è sotto inchiesta della procura generale della California proprio per aver denunciato “sotto copertura” la vendita illegale di materiale organico da feti abortiti. Nei video circolati in questi giorni (e disponibili qui sotto) si vedono dirigenti della Planned Parenthood che discutono di tariffe e prezzi per i tessuti umani: «cuori, polmoni, fegati fetali… grande sforzo per recuperarli invece che frantumarli durante l’aborto», è solo una delle inquietanti intercettazioni emerse nei video diffusi da Daleiden. In particolare, sotto accusa resta la dottoressa Deborah Nucatola, direttrice senior dei servizi medici di Planned Parenthood, immortalata di nascosto dall’attivista mentre fa riferimento alle modalità di vendere tale tipologia di feti.
LA “COPERTURA” SULLE INDAGINI E LO SPONSOR PER LA CAMPAGNA ELETTORALE: LE ACCUSE SUL CASO HARRIS-PLANNED PARENTHOOD
Ma Kamala Harris in tutto questo cosa centrerebbe? Semplice, da procuratrice della California non ha mai indagato a fondo contro Planned Parenthood, ma al contrario ha inquisito Daleiden per i video trafugati e per i presunti documenti falsi presentati all’ingresso per aggirare il controllo della organizzazione. Fin dal principio, riporta il NY Post, gli avvocati di Daleiden affermano che questa è una delle prime volte in cui l’ufficio del procuratore generale della California intraprende «un’azione penale autonoma che coinvolge la legge statale sulla videoregistrazione».
Dal 2011 al 2017 Kamala Harris ha ricoperto quel delicato incarico e l’accusa emersa oggi con chiarezza è che nel caso Daleiden e in altre occasioni, la sua condotta su Planned Parenthood è stata a dir poco “reticente”: la stessa organizzazione pro-aborto ha contribuito con sponsorizzazioni e finanziamenti alle prime campagne per le Primarie Dem nel 2020, proseguendo poi anche in questi ultimi mesi fino alla candidatura per la Casa Bianca. «Ciò che ha fatto Kamala Harris è stato incostituzionale e vendicativo», denuncia Steve Cooley, avvocato di Daleiden e a sua volta procuratore distrettuale a Los Angeles, «Kamala Harris ha aperto questa indagine su richiesta di Planned Parenthood e i due procuratori generali che l’hanno seguita l’hanno tenuta in vita». Allo scandalo emerso su Planned Parenthood finora Kamala Harris e i vari personaggi coinvolti secondo le accuse non hanno replicato né smentito le ricostruzioni del NYPost. Non solo avrebbe “coperto” la vendita illegale di organi di feti, ma avrebbe anche perseguitato giuridicamente l’attivista che aveva svelato la compravendita, e inoltre dopo essere stata eletta la stessa Kamala Harris ha assunto come sua assistente Lily Adams, figlia del CEO di Planned Parenthood, Cecile Richards. Nel frattempo, Daleiden è ancora sotto processo in California, mentre svariati altri video girati dal CMP sono stati resi pubblici, anche grazie all’intervento della deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene che ha denunciato il «mercato nero del prelievo di organi dai bambini».
Today, @RepMTG posted a Hearing Addendum with the full footage of the conversations from the subpoenaed videos from the Congressional Hearing on “Investigating the Black Market of Aborted Baby Organ Harvesting”.@PPFA asked @KamalaHarris to seize this video from @daviddaleiden 8… pic.twitter.com/3WEVHsASQo
— Center for Medical Progress (@CtrMedProgress) July 31, 2024