Lo scontro tra Elly Schlein e Vincenzo De Luca lasciava quasi presagire una “guerra civile” all’interno del Pd, del resto se ne sono dette di tutti i colori. Lei lo definì il capo dei “cacicchi”, lui la paragonò ad “Alice nel paese delle meraviglie”, con zampate che hanno coinvolto gli esponenti a loro vicini. Col passare del tempo lo scontro si è trasformato in un braccio di ferro che alla fine vede spuntare a sorpresa per la questione del terzo mandato non la segretaria del Pd, ma il presidente della Campania.
Stando a quanto riportato da Il Tempo, l’avvicinamento tra le parti è cominciato prima delle elezioni europee, quando De Luca ha offerto il suo aiuto alla leader dem, infatti il Pd alle è andato bene, in particolare al Sud i candidati di Schlein non sono andati male, ciò vale anche per l’ex giornalista Sandro Ruotolo, che era finito nel mirino dello stesso governatore. Il dialogo è proseguito sul referendum abrogativo dell’autonomia differenziata ed è servito al governatore campano per trovare la chiave per riuscire a far togliere il limite degli incarichi.
DE LUCA E SCHLEIN, DAL BRACCIO DI FERRO ALLO “SCAMBIO”
De Luca ha portato in dote al Pd le firme della sua rete di amministratori per il referendum e, secondo Il Tempo, la ricompensa ambita è il terzo mandato da governatore; quindi, si aspetta che ora Schlein non metta il bastone tra le ruote. Servirebbe una modifica allo statuto della Regione Campania in doppia versione. L’alternativa è togliere il riferimento al limite dei mandati, ma in questo caso servono i due terzi del Consiglio regionale. In alternativa, si potrebbe tornare all’elezione indiretta.
Una cosa è certa, cioè che il governatore è riuscito a riprendere in mano le sue sorti politiche. Infatti, secondo Il Giornale, il Consiglio regionale campano starebbe lavorando ad alcune piccole modifiche alla legge regionale e allo Statuto. Tra le novità anche il ritorno all’elezione indiretta del presidente della giunta regionale, quindi la Campania potrebbe essere la prima regione italiana a ritornare al vecchio sistema elettorale.
TERZO MANDATO, LE POSSIBILI MODIFICHE IN CAMPANIA
Da un punto di vista pratico, la maggioranza regionale starebbe lavorando a una modifica per introdurre un sistema di elezione indiretta o di secondo grado, quindi l’assemblea dovrà affidare la guida della Regione nelle mani di un “consigliere eletto” con un voto di fiducia. La questione sarebbe sul tavolo della prima commissione Affari istituzionali della Regione Campania, il cui presidente Giuseppe Sommese per ora non si sbilancia, limitandosi a dire a Il Giornale che “il ritorno all’elezione indiretta del presidente della Regione sarebbe una strada percorribile (forse l’unica) che neutralizzerebbe il limite dei due mandati”.
Quindi, l’assist al governatore dem arriva anche dalla legge, perché la norma stabiliva che il presidente della giunta regionale, “salvo che lo statuto disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e diretto”. Proprio quel “salvo che lo statuto disponga diversamente” è lo spiraglio in cui vorrebbe infilarsi lo ‘sceriffo’, che modificando lo Statuto sarebbe candidabile dal punto di vista giuridico alla carica di consigliere regionale e poi di presidente, tramite il voto dell’assemblea.