Marco e Gianmarco Tamberi: ecco perché padre e figlio non si parlano
Pensando ai genitori di Gianmarco ‘Gimbo’ Tamberi non può che tornare in mente il rapporto controverso tra l’atleta e il padre, nonché ex allenatore, Marco Tamberi, con cui i rapporti sembrano essersi deteriorati definitamente dopo il cambio di coach di Gimbo. “Da fuori determinate dinamiche non si conoscono a pieno, ma io avevo bisogno di una nuova guida”, aveva spiegato il ragazzo in una intervista piuttosto recente a Verissimo, prima delle Olimpiadi.
Una decisione che aveva scatenato una reazione rabbiosa da parte del padre, che su Facebook aveva sollevato ulteriore polemiche, condividendo – e poi rimuovendo – tutta la sua delusione per la scelta presa dal figlio. Ai suoi genitori, in particolare a papà Marco, Gimbo Tamberi aveva comunque dedicato la medaglia conquistata ai Mondiali di Atletica, riconoscendo al padre un ruolo di grande importanza nel suo percorso. “Non ci parliamo da un po’ di tempo ma questa medaglia è anche sua”, aveva dichiarato l’atleta azzurro.
Gianmarco Tamberi e la scelta di cambiare coach: “C’è voluto coraggio per farlo…”
In un’intervista riportata da Fanpage, del legame con suo padre, Gianmarco Tamberi diceva: “Il rapporto si è rovinato a tal punto che ad oggi è compromesso e se il tempo lo sistemerà, ancora non posso saperlo. Praticamente non ci parliamo più. Credo che essere genitore non debba mai discostarsi dall’essere papà. Cioè genitore è uno che insegna a vivere e mio padre lo è stato in maniera esemplare. Però è mancata la parte da papà, quella di spiegarti le cose con amore”.
Approfondendo il rapporto coi genitori e soffermandosi sulla freddezza che aleggia nel rapporto con il padre, Gimbo ha ammesso che non è stato facile separarsi da colui che per dodici anni è stato il suo allenatore. “Ma non ho mai avuto un buon rapporto con lui”, ha ammesso dopo. “È una cosa che prosegue fin da quando ero piccolo. Dopo 12 anni, ho cambiato allenatore e questa è stata una delle tante difficoltà che ho affrontato nella mia carriera. Era quasi impossibile pensare di cambiare allenatore dopo 12 anni, c’è voluto coraggio per farlo. Coraggio nel mettersi nuovamente in gioco e nell’uscire dalla comfort zone.”