Martedì 6 agosto Fabiola Yanez, già compagna dell’ex Presidente argentino Alberto Fernandez, ha presentato una denuncia contro di lui per violenza di genere. Sostiene che il suo ex l’abbia maltrattata per anni, subendo quotidianamente ciò che lei definisce “terrorismo psicologico”, nonché molestie telefoniche. Ma non si è trattato solo di questo: nel corso delle indagini condotte dal Giudice Ercolini si sono scoperte chat nelle quali la stessa denunciava alla segretaria personale di Fernandez, Maria Cantero, percosse e abusi avvenuti anche mentre era incinta. A questo punto è stata invitata a denunciare pubblicamente i fatti, cosa che ha fatto, e sono pure emerse foto, apparse in tutti i media argentini, che la raffigurano con il viso danneggiato da percosse e l’occhio destro visibilmente tumefatto.
Evidentemente la misura però non era colma e tre giorni fa è stata diffusa una registrazione video, effettuata nella residenza presidenziale in pieno lockdown, nella quale l’ex Presidente rivolge frasi molto “romantiche” alla figlia di un noto personaggio televisivo, con la quale aveva una relazione, peraltro ricambiata, mentre stava con l’ormai ex compagna, che ora risiede con il figlio Francisco a Madrid.
Insomma, più si va avanti nel tempo e più si scopre qualcosa che però già appariva chiaro da anni: Alberto Fernandez è stato effettivamente il peggior Presidente che l’Argentina abbia avuto. Nel 2019, una volta eletto con il 47% dei voti, aveva promesso all’Argentina non solo di farla “uscire dalla crisi” nella quale, secondo lui e i suoi elettori (di cui una gran parte della classe media), il precedente Governo di Mauricio Macri l’aveva portata (cambio del dollaro a 40 pesos), ma anche che presto le sue politiche avrebbero permesso alle famiglie argentine di “riempire i frigoriferi” di derrate alimentari, specialmente la tanto famosa carne.
I lettori del Sussidiario già sanno come è finita questa storia: il cambio col dollaro è schizzato alle stelle, i prezzi al consumo pure e i frigoriferi sono rimasti miseramente vuoti. Ma questo non è tutto, visto che nel corso del Covid Fernandez ha tenuto un discorso che, presentando le ristrettissime misure (in pratica un durissimo lockdown isolazionista al massimo) aveva promesso di condannare tutti coloro che le avrebbero violate, ma, guarda caso, mentre gli argentini non poterono nemmeno piangere e accompagnare i loro parenti morti (circa 130.000 persone) per l’infezione, proprio il Presidente organizzava una festa con tutti i suoi amici senza rispettare la benché minima misura precauzionale, creando uno scandalo di dimensioni abissali.
Verso la fine del suo mandato poi è scoppiato un ulteriore scandalo, visto che la Presidenza impose a tutti gli enti statali di stipulare assicurazioni servendosi di un unico agente, amico dello stesso Fernandez, fatto sul quale sono ancora in corso indagini. È singolare anche il fatto che, nella pratica, il potere negli anni della sua Presidenza sia stato esercitato sì da un Fernandez, ma da Cristina, sua vice, condannata al momento a 6 anni di carcere in uno dei tanti processi a suo carico ancora in corso.
Insomma, quello che anche la gran parte dei media argentini avevano presentato come un kirchnerista moderato in grado di controllare questo settore politico e quindi convinto la gente a votarlo rispetto al tanto decantato “disastro Macri”, che viceversa lentamente stava portando l’Argentina fuori dalla crisi, malgrado certi suoi errori di percorso, si è rivelato in pratica, lo ripetiamo, il peggior mandatario argentino della storia.
Che poi di questi tempi è in buona compagnia, visto che recentemente il Governatore della Provincia di Tucuman, il peronista Alperovich, è stato condannato a 16 anni (e inabilitazione a esercitare incarichi pubblici) di carcere per “abuso di potere e violenza di genere” nei confronti di sua nipote, mentre sono ancora in corso indagini sul sindaco del popoloso quartiere della Matanza (uno dei più poveri della Provincia di Buenos Aires) Fernando Espinoza (sempre kirchnerista) accusato di abusare della sua ex segretaria.
In questa squadra entra anche, ma non per “meriti”di violenza sessuale, l’ex segretario, sempre kirchnerista, del Commercio estero Guillermo Moreno: è stato condannato a tre anni di carcere per aver manipolato gli indici di prezzo al consumatore dell’Indec (l’Istat argentino).
Quello che rende veramente tristi in tutto ciò che abbiamo fin qui descritto, che rischia di essere la punta di un iceberg sul quale si sta indagando, è il fatto che negli anni in cui si viveva questo vero e proprio tracollo istituzionale, politico, economico e sociale di grandissima evidenza, non si sia mosso nessuno per protestare e i sindacati non abbiano organizzato nemmeno un minuto di sciopero o una manifestazione, mentre da tempo si è organizzata una resistenza basata non solo su manovre di blocco politico, ma scioperi generali e proteste continue contro chi ha ereditato questo disastro e, seppur con errori, sta tentando di far uscire il Paese dalla tempesta. Stiamo parlando di Javier Milei, l’attuale Presidente, con il quale il Paese è immerso in una crisi (da lui ampiamente annunciata) che però inizia a registrare segnali di uscita a cominciare dall’abbassamento degli indici di inflazione, che hanno raggiunto questo mese un insperato 3,8%, dopo anni di numeri a due cifre.
Come con Macri l’Argentina sta lentamente uscendo dal nuovo baratro, che ormai dura da più di 40 anni, capitanati in gran parte da un perokirchnerismo che non è nemmeno riuscito a nascondere le proprie responsabilità dove anche l’ultimo turbinio di violenza di genere ha solo partorito una dichiarazione ma nessuna denuncia da parte del “focoso” movimento femminista dei “Fazzoletti verdi”, sempre pronto a protestare… ma non sia mai farlo quando i responsabili sono quelli del gruppo politico che le mantiene, refrain già collaudato sia da Madri e Nonne di plaza de Mayo sul fattore dei “diritti umani” e delle dittature, visto che ultimamente hanno apertamente appoggiato un tale Maduro in Venezuela…
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