CAOS IN VENEZUELA: IN ATTESA DELLA DECISIONE DELLA CORTE SULLE ELEZIONI, ITALIANI E OPPOSITORI FATTI SPARIRE
Un Paese letteralmente nel caos dopo le Elezioni Presidenziali dello scorso 28 luglio che hanno visto la vittoria del Presidente uscente Nicolas Maduro con però la grave macchia dell’accusa di forti brogli e coercizioni esercitate contro gli oppositori politici: questo e molto altro sta vivendo il Venezuela ormai da tempo, fin dall’avvento del regime peronista di Chavez, continuato negli ultimi 10 anni da Maduro, sul quale ora pesa anche il mistero delle tante (troppe) sparizioni di oppositori, di cui molti italiani. William Davila, Americo de Grazia e ora anche Antonio Calvino: sarebbero almeno tre le figure politiche potenzialmente rapite dopo le critiche molto nette operate contro il regime venezuelano per la vittoria con brogli alle Elezioni di fine luglio.
Il tutto mentre il Venezuela attende ancora l’imprimatur finale sul voto, visto il reclamo formale presentato dall’opposizione con Edmundo Gonzalez Urrutia e la leader (a cui è stato impedito di candidarsi) María Corina Machado: è di oggi la notizia dalla Corte Suprema del Venezuela (il Tribunal superior de Justicia – Tsj) che a breve scatterà l’esame dei documenti presentati dai candidati per le Presidenziali. Da questo ultimo atto si arriverà alla convalida o meno della vittoria di Maduro, già proclamata dal Consiglio nazionale elettorale nonostante mancassero ancora i verbali ufficiali degli scrutini: «La sentenza sarà definitiva e avrà carattere di res judicata di adempimento obbligatorio», hanno spiegato i giudici mentre il Venezuela è continuamente sull’orlo del baratro tra proteste e continue repressioni dei dissidenti. Ancora Gonzalez, che ritiene di aver vinto le Elezioni con il 70% delle preferenze (frutto di un conteggio indipendente, ndr), si appella a Maduro per interrompere le repressioni: «porre fine alla violenza e alla persecuzione e di rilasciare immediatamente tutti i connazionali detenuti arbitrariamente».
DOPO DENUNCIA P. CHIGI LA CONFERMA: “DEPUTATO DE GRAZIA IN CARCERE DI TORTURA A CARACAS”. COSA SUCCEDE IN VENEZUELA
Tra di essi vi sono appunto almeno 3 italiani, uno dei quali attualmente senza uno straccio di indicazione di dove possa essere finito in quanto ufficialmente “scomparso”: «Basta criticare Maduro sui social e ti vengono a prendere a casa: rastrellano tutti, anche gli anziani», così denunciava solo lo scorso 9 agosto all’Adnkronos Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto tra gli italiani all’estero alle ultime Politiche 2022. Leader politici, dissidenti ma anche gente comune che semplicemente si è azzardata a criticare il regime sui social: ha fatto scalpore l’arresto del deputato anti-Maduro Williams Davila, proprio a seguito di una intervista all’Adnkronos dove denunciava i brogli elettorali, «ha fatto più scalpore perché è un rappresentante del popolo, ma ogni giorno ci sono centinaia e centinaia di casi: mi contattano persone anziane, a volte indigenti, gente comune insomma», dichiara il deputato italiano.
Sull’emergenza arresti e repressioni in Venezuela il Governo Meloni è in prima fila, con il Ministro degli Esteri Tajani, per tenere desta nella comunità internazionale il caso increscioso della continua minaccia alla libertà personale dei cittadini: «il Governo italiano chiede alle Autorità venezuelane di rispettare i diritti di tutti i cittadini e di procedere alla liberazione di tutti gli oppositori politici, condannando fermamente qualsiasi minaccia o privazione delle libertà civili», si legge nella nota di Palazzo Chigi espressa dall’esecutivo Meloni. Davila in carcere, Calvino ufficialmente scomparso mentre andava ad una riunione di italiani a Caracas nei giorni delle proteste di piazza, e così pure Américo Giuseppe de Grazia Veltri: il politico venezuelano con passaporto italiano è sparito da giorni e sarebbe ora detenuto in un carcere molto pericoloso di Caracas. Lo spiega ancora De Giuseppe alle agenzie internazionali: «De Grazia in questo momento è prigioniero in un centro penitenziario che si chiama El Helicoide, che è un centro di tortura». A confidarglielo la figlia di De Grazia, terrorizzata in quanto quel carcere è uno dei peggiori luoghi dove finiscono i dissidenti anti-Maduro: le tre sparizioni sono legate dalla loro amicizia e dal semplice fatto delle critiche mosse contro il regime dopo le Elezioni di luglio. Come spiega ancora De Giuseppe, la comunità di italiani in Venezuela è di circa il 30% di quella totale, dunque amplissima: in questi tempi però, «basta un post di appoggio all’opposizione per essere arrestati. Stanno facendo dei posti di blocco dove controllano il telefono. Poi vengono a casa e controllano anche lì».